Informazione, Minzolini (Tg1), quando la propria redazione si esprime così, c’è solo una cosa da fare: rassegnare le dimissioni

Questo il comunicato del CdR andato in onda al termine del telegiornale della prima rete pubblica di domenica 4 ottobre 2009, edizione delle 20.00.

"Il Tg1 non è mai stato schierato, nella sua storia, contro alcuna manifestazione. Ieri il direttore lo ha allineato contro la manifestazione del sindacato unitario dei giornalisti per la libertà d’informazione, cui ha aderito una moltitudine di cittadini. Il Tg1 ha per sua tradizione un ruolo istituzionale, non è un tg di parte. E’ il Tg di tutti i cittadini, anche di quelli che hanno manifestato per chiedere il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione. E cui sbrigativamente è stato detto di aver fatto una cosa “incomprensibile”. Il Tg1 va in tutte le case. E’ servizio pubblico e rispetta ogni opinione e sensibilità per non mettere in gioco il suo patrimonio di credibilità. Ai telespettatori che in queste ore fanno giungere le loro proteste l’impegno del comitato di redazione perché siano recuperati rispetto ed equilibrio. Ai vertici aziendali chiediamo una convocazione urgente per esprimere le nostre preoccupazioni". Con un comunicato del genere, c’è ben poco da aggiungere, caro Minzolini.
 
Qui il video della lettura del comunicato del CdR del Tg1 di questa sera

 
Questi, invece, gli antefatti dell’incomprensibile iniziativa di Augusto Minzolini, che ha condotto al comunicato del CdR del Tg1
 
Nella giornata della manifestazione sulla libertà di stampa, 300 mila (o 60 mila secondo la questura) persone in Piazza del Popolo a Roma, con coda di polemiche politiche per la presenza di tanti politici dell’opposizione da Dario Franceschini a Antonio Di Pietro, è la Rai in serata a rubare la scena e a innescare un nuovo duro scontro. Nell’edizione delle 20 del Tg1, dopo un servizio sull’iniziativa del sindacato unitario dei giornalisti, che il segretario Fnsi Franco Siddi definisce «incompleto», un editoriale del direttore Augusto Minzolini fa discutere. «La manifestazione di oggi per me è incomprensibile visto che negli ultimi tre mesi sono finiti nel tritacarne mediatico Berlusconi, Agnelli, De Benedetti, l’ex direttore di Avvenire. Non è a rischio la libertà di stampa, il rischio è un altr nell’informazione è in atto uno scontro di poteri e la manifestazione di oggi fotografa una disparità perché è stata convocata contro la decisione del premier di presentare due querele, a Repubblica e all’Unità, ma non quelle che colpiscono altri giornali magari di diverso orientamento. In realtà negli ultimi 10 anni sono 430 le querele dei politici, per il 68% di esponenti di sinistra. È possibile che la libertà di stampa venga messa in pericolo solo da due querele di Berlusconi? La manifestazione di oggi più che contro un ipotetico regime politico è per insediare un regime mediatico», conclude Minzolini nell’edizione di punta del tg del servizio pubblico – L’editoriale è finito da qualche minuto e già la bufera è in atto. «Il suo è stato un vero e proprio comizio contro la manifestazione», dice il consigliere di amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo secondo cui, se «domani il Tg1 non ospiterà sul tema della libertà di stampa un editoriale del direttore di Repubblica, sarà anche questa la testimonianza che dirige ormai un telegiornale di parte e questo non è compatibile con il servizio pubblico radiotelevisivo». Per Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd, «l’editoriale di Minzolini non ha precedenti». Durante la manifestazione il Tg4 ha fatto una diretta tutta puntellata di osservazioni contrarie del direttore Emilio Fede, ma le frasi di Minzolini vanno oltre. Il segretario Fnsi Franco Siddi, reduce da Piazza del Popolo, è esterrefatt «l’arroganza di talune scelte di schieramento non ha limiti, per taluno. Il resoconto del Tg1 delle 20 è il segnale più evidente e grave di un servizio pubblico malato che nella sua testata di punta manipola la realtà. Si tratta di un’operazione miserabile». È arrabbiato Carlo Verna, segretario dell’Usigrai: «quello che resta di una splendida giornata di libertà non sono gli insulti all’evidenza dell’editoriale del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, ma le immagini e le opinioni che portano a casa i colleghi della stampa estera». Anche l’Idv con il capogruppo in vigilanza Pancho Pardi va giù pesante: «Ho assistito incredulo e sbigottito all’editoriale di Minzolini. Questo direttore specializzato nel non dare notizie sgradite al premier si permette di dare lezioni a tutti, sostenendo che ci sono servi. È paradossale che sia lui, campione di servilismo, ad affermalo. Il Tg1 è diventato un servizio privato a esclusivo vantaggio di Berlusconi». Poi in sequenza arriva la levata di scudi a favore di Minzolini. Per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, «è inaccettabile che, da parte del Pd, prosegua il metodo delle minacce e delle intimidazioni contro Augusto Minzolini e il Tg1 e testimonia lo spirito fazioso di questi signori: sarebbero questi i campioni della libertà di informazione? Si rassegnino è finito il tempo in cui il Tg1 obbediva alle loro veline: ora, finalmente, la prima testata della Rai obbedisce agli obblighi di servizio pubblico, dà spazio a tutte le voci, ed è al servizio degli utenti». Rincara il consigliere d’amministrazione Rai Antonio Verro di area Pdl: «Quello di stasera sul Tg1 – spiega Verro – non è stato un editoriale contro la libertà di stampa, ma una semplice e lucida fotografia della situazione italiana, senza partigianerie né faziosità». (ANSA)

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