Il concetto è semplice ma, a suo modo, innovativo. Offrire servizi gratuiti in cambio dell’ascolto di spot pubblicitari sul telefono cellulare.
È questa l’idea, e il core business, di Neveralone, un’azienda di Novara, fondata nel 2008 da Paolo Orlandi, che fornisce servizi gratuiti di ricerca assistita online. Il loro slogan è “le domande sono ovunque, le risposte sono qui” ed, infatti, gli operatori di Neveralone forniscono risposte alle più disparate domande da parte degli utenti (da notizie Ansa dell’ultim’ora a informazioni su ristoranti, alberghi e quant’altro), sullo stile di servizi come l’89.24.24, ma in modo ancor più completo. La particolarità è che il servizio è totalmente gratuito: vi si accede, infatti, chiamando un numero verde internazionale e nello spazio di tempo che intercorre tra la richiesta e la risposta, gli utenti ascoltano spot pubblicitari. Le aziende acquistano gli spazi “on mobile” che Neveralone mette loro a disposizione: è questo il loro business, che si basa su un servizio interamente gratuito. “I nostri operatori – spiega Orlandi, titolare dell’azienda – cercano su internet, e non su un database circoscritto, le informazioni chieste dall’utente che, nell’attesa, ascolta da 1 a 3 mini-spot per telefonata e riceve anche un sms riepilogativo. Il vantaggio è il contatto diretto con l’operatore che può anche approfondire la ricerca o fare prenotazioni per conto dell’utente. Sempre gratis”. L’obiettivo per il 2010 è di arrivare a 2 milioni di fatturato, cosa che consentirebbe a Neveralone di espandersi sui mercati internazionali, creando una rete di call center a livello europeo ed ampliando il proprio business. A proposito di questo servizio, Orlandi ha commissionato un’indagine conoscitiva alla Ipso, l’istituto per gli studi sulla pubblica opinione, fondato e presieduto da Renato Mannheimer, per sapere cosa ne pensassero gli italiani. “Ti piacerebbe avere un servizio d’informazioni gratuite sul tuo cellulare in cambio dell’ascolto di alcuni spot pubblicitari?”. Questa è la domanda che è stata fatta al campione rappresentativo, composto da 814 unità. Bene, secondo il sondaggio il 57% degli italiani gradirebbe il servizio. D’altronde qualsiasi servizio informativo o call center ha dei tempi d’attesa e, piuttosto che colmarli con musichette a volte fastidiose o silenzi che appaiono interminabili, la società dell’informazione e delle centinaia di migliaia di input audiovisivi giornalieri ha partorito un’idea che pare vincente. Seppur sviluppi ulteriormente il potere di dissuasione subconscia della pubblicità. “Il 45% degli italiani e quasi la totalità dei giovani tra i 18 e i 24 anni usa internet – dice Mannheimer, che ha condotto lo studio – ma cosa succede quando non ha a disposizione un computer? La nostra ricerca ha dimostrato che c’è un 36% di ‘entusiasti’ di questo servizio, persone disposte ad ‘ascoltare la pubblicità piuttosto che pagare il servizio’. La discriminante è proprio la gratuità; 13 milioni di nostri connazionali hanno riferito, infatti, di non aver mai usato servizi del genere prima ‘perché troppo cari”. Inoltre, lo studio ha evidenziato che il 46% degli intervistati considera quella al telefono alla stregua della normale informazione pubblicitaria – non sentendosi, in questo modo, ossessionati dalla presenza degli spot su tutti i media – ed il 45% la considera addirittura occasione per ricevere notizie interessanti. A questo punto, pare proprio che il servizio e l’azienda possano avere margini di crescita ragguardevoli. E quel 21% di italiani che – nella ricerca di Mannheimer – considera il telefono cellulare il proprio canale informativo preferito, potrebbe crescere. (G.M. Per NL)