Il web potente, nuovo e veloce stuzzica. Ma la sete di credibilità e fiducia ci tiene ancora legati alla tradizione di radio e giornali.
Gfk Eurisko, Istituto italiano indipendente per le ricerche sociali e di mercato, su commissione della Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), ha studiato il rapporto tra opinione pubblica e comunicazione. Il risultato di tale indagine mostra che gli italiani sono senza dubbio attratti dal mondo, ma affidano prevalentemente l’informazione a due canali di comunicazione: quotidiani e radio. In base al giudizio sociale di attendibilità dell’informazione, la ricerca ha confermato tale gerarchia: radio, amici e parenti, quotidiani, Internet e infine la televisione. Ebbene sì: la svolta del web ha lasciato il segno, soprattutto nel panorama politico, dall’elezione di Obama ai recenti referendum, ma tale incisività non è sufficiente a perfezionare la fidelizzazione dell’utente, ancora affezionato i tradizionali mezzi di conoscenza. La novità e lo stupore suscitato dalla rete è stato monito soprattutto per le radio, che hanno sentito l’esigenza se non il dovere di attuare un processo di modernizzazione, affinchè la tradizione non fosse dimenticata con il passato, bensì rivalutata come uno dei modi migliori per soddisfare le esigenze della società. È la credibilità che spinge il lettore-ascoltatore a non tradire radio e giornali: l’innovazione mobilita la curiosità, spesso la soddisfa, ma non appaga la necessità di sicurezza. Le radici della società ancorate ai connotati tradizionali della comunicazione non escludono, però, tout court il cambiamento, ma lo rincorrono, al fine di attuare strategie innovative e soprattutto in grado di far fronte ai nuovi approcci alla vita professionale e non. L’operato della Ferpi è emblematico: i professionisti delle relazioni pubbliche scelgono una donna (Patrizia Rutigliano) come presidente alla guida dell’associazione: le strategie “rosa” assicurano inventiva, innovazione e propensione al cambiamento. (C.S. per NL)