La passata settimana, su NL, ha tenuto banco, ancora una volta, la complessa questione delle indagini di ascolto radiofonico, tra contributi (anche estremamente qualificati) per opportune riflessioni sulle metodologie da utilizzare per la nuova rilevazione (o le nuove rilevazioni) ed indiscrezioni sugli imminenti scenari.
Da questi interventi si possono trarre alcune importanti conclusioni, che, con ogni probabilità, saranno le fondamenta del nuovo corso della misurazione dell’audience radiofonica italiana.
Ascolto radiofonico: prima considerazione
Partiamo col dire che il tanto (e forse anche troppo) esaltato meter non troverà piena applicazione nemmeno nella rilevazione del 2025.
No PPM
Con ogni probabilità, in luogo di soluzioni come il PPM (Portable People Meter) di Nielsen – concretamente ancora inefficaci per misurare l’ascolto in cuffia, non sempre in grado di decodificare il marker inserito nelle trasmissioni e, soprattutto, così costose da determinare l’impiego di un numero limitato di dispositivi portabili per la misurazione –, verrà impiegato il sistema SDK già testato da Audiweb (di cui parleremo più approfonditamente di seguito).
Ascolto radiofonico: seconda considerazione
La nuova indagine 2025 (non ci sono i tempi tecnici per intervenire in quella, imminente, del 2024) potrebbe essere strutturata con soluzioni ibride (meter + rilevazione dichiarativa) per le nazionali e solo dichiarative per le locali, esclusivamente nell’interesse di queste ultime (qui per approfondire la questione specifica).
Ascolto radiofonico: terza considerazione
La nuova indagine potrebbe poi essere caratterizzata da maggiore tempestività nell’erogazione dei dati e nell’aumento della frequenza della stessa, con soppressione degli oggettivamente inutili (ed anche un po’ ridicoli, se vogliamo dirla tutta…) trimestri riservati.
Ascolto radiofonico: quarta considerazione
La più importante, a nostro avviso, considerazione è relativa al metodo dichiarativo da impiegare.
Opzioni
Le opzioni sono: CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing, cioè le attuali e criticatissime indagini telefoniche), CAWI (Computer Assisted Web Interviewing, ovvero le rilevazioni con questionari online) e diari.
Limiti di CATI
Entrando nel merito, il CATI ha grandi limiti, i cui principali si riassumono nell’incapacità di neutralizzare l’inquinamento nelle dichiarazioni degli intervistati dell’effetto brand (ricordo del marchio e non ricordo dell’ascolto) e sofferenza del problema dell’odiato marketing telefonico.
Inaccettabile, anche se si apprezza la buona volontà
Con tutta la buona volontà e le attenuanti del caso, tale metodologia, da sola, non è più accettabile.
CAWI…
Stessa situazione per il CAWI, compromessa in maniera sempre più rilevante dallo spam e dal timore dei destinatari di cadere in azioni di pishing.
… bocciata
Bocciata quindi dagli esperti ascoltati da NL anche questa opzione.
Il modello RAJAR
Tra le rilevazioni dichiarative, alla fine, la più adatta secondo gli esperti interpellati da NL appare la soluzione dei diari, efficamente impiegata in UK con l’indagine RAJAR (Radio Joint Audience Research).
Meglio anche di CATI+CAWI
Tale metodologia sembra, a parere degli specialisti che questo periodico ha consultato, sempre più affidabile della pur più evoluta (rispetto al solo CATI di TER) CATI+CAWI impiegata da ASTAT in Alto Adige.
Effetto ricordo del brand vs ricordo dell’ascolto
Il metodo dei diari (qui per scaricare un modello) neutralizza per il 70% l’effetto ricordo del brand e non dell’ascolto, non è inficiato dagli effetti negativi del marketing telefonico e dai timori del pishing rispettivamente di CATI e CAWI e, se integrato da una rilevazione elettronica, può effettivamente contemperare le esigenze di stazioni nazionali e locali.
Anche in UK indagine ibrida
D’altra parte, nel Regno Unito, RAJAR stessa ha adottato, come sottolineato dalla stessa Agcom nella delibera 202/23/CONS, “una soluzione ibrida che combina i dati rilevati dai diari e dai meter”.
Upgrade
“Infatti, ad ottobre 2021 RAJAR ha introdotto una nuova metodologia che aggiunge al sistema esistente basata sui diari d’ascolto, l’ampliamento delle sue fonti di raccolta dei dati con l’inclusione per la prima volta di un panel con la tecnologia MediaCell (tecnologia PPM)”.
I vantaggi della rilevazione ibrida
“Questa metodologia flessibile e avanzata – secondo l’Autorità – fornisce una maggiore stabilità e sicurezza per i futuri sondaggi RAJAR, ottimizzando le risorse e creando una solida base per lo sviluppo futuro”.
Meglio SDK che PPM
In Italia, però, a quanto risulta a NL, al PPM si vorrebbe preferire la soluzione SDK.
Adatta allo sviluppo velocissimo dell’ascolto digitale eterogeneo
La quale, in effetti, appare più adatta al velocissimo sviluppo dell’ascolto digitale eterogeneo.
Come funziona
Il sistema SDK (Software Development Kit), già impiegato da Audiweb che contribuisce alla rilevazione Audiweb Daily/Weekly consente di integrare gli strumenti di misurazione nei contenuti digitali indipendentemente dal device utilizzato per la fruizione del contenuto.
Terzi contributori
Così permettendo la coerente attribuzione di tutte le audience rilevate, anche quando riferite a contenuti editoriali fruiti in applicazioni mobile di terzi, alla fruizione di video su differenti piattaforme, alla modalità Facebook in-app mobile browsing, a Facebook Instant Article o Google AMP.
Contenuti statici e dinamici
Più in dettaglio, l’SDK può rilevare sia contenuti statici (pagine) che contenuti video live e on-demand ed è disponibile per browsers, applicazioni iOS ed Android.
Dati censuari
Inoltre, nella raccolta dei dati censuari vengono utilizzati dei filtri in grado di identificare traffico non umano, così da registrare esclusivamente il traffico proveniente da browser e applicazioni, sia esso contenuto testuale o video.
Cosa è il Software Development Kit
Il Software Development Kit di Nielsen (SDK), inserito dagli editori iscritti al sistema in video, pagine e applicazioni, restituisce dati censuari sui volumi della fruizione di tutti i contenuti online distribuiti tramite differenti piattaforme.
Tavolo
A questo punto occorrerà vedere se, come sembra, verrà convocato un tavolo di confronto tra gli operatori per discutere delle opzioni di innovazione dell’indagine TER 2025 con una composizione societaria allargata attraverso la formula del JIC.
Imposizioni
Parliamo ovviamente della forma sostituiva del MOC (Media Owner Committee), la Joint Industry Committee, cioè la partecipazione nella società TER dell’intera industria radiofonica, comprensiva quindi dei pubblicitari, imposta da Agcom con la delibera 202/23/CONS.
Da giugno in poi per esigenze tecniche…
Da quel che risulta a NL tale tavolo, però, non sarebbe imminente, ma sarà instaurato nel secondo semestre 2024, una volta definiti dettagliatamente tutti gli elementi sottesi alle varie possibilità.
…o forse no
Anche se qualcuno sostiene che ciò non dipende da esigenze tecniche quanto politiche, considerati alcuni importanti avvicendamenti in corso in alcuni grandi gruppi radiofonici che potrebbero concludersi, appunto, a metà 2024.
Uno, in particolare
O almeno un avvicendamento, in particolare.