Se si farà, sarà l’inizio della fine. Stiamo parlando dell’ipotesi, che gira da alcuni giorni, di una doppia indagine Audiradio: una dedicata alle nazionali, l’altra alle locali. E quel che è peggio è che l’apartheid radiofonico potrebbe perfino trovare il placet di Agcom e Antitrust, che dopo gli esposti a seguito del "caso soglia" avrebbero in animo di richiedere modifiche ai criteri di rilevazione per le radio locali che potrebbero proprio andare in questa deleteria direzione. L’autobus degli ascolti, che ha quale ultima fermata i centri-media, potrebbe essere quindi diviso – senza una necessità oggettiva – in una prima e in una seconda classe, in ossequio all’ennesima legge razziale voluta da un’oligarchia mediatica sempre più radicata nel nostro paese. Ma la creazione del ghetto, come abbiamo avuto modo di illustrare nell’editoriale di questa settimana, almeno stavolta, non sarà colpa dei soliti padroni dell’etere, bensì dell’indifferenza degli interessati, solitari scientemente isolati. Come purtroppo quasi sempre è accaduto nella storia delle emergenze nella radiofonia locale italiana, allorquando fu portata alla ribalta la decisione della società Audiradio di alzare la soglia minima di ingresso in classifica (e ci piace ricordare che fu proprio questo periodico a lanciare il sasso nello stagno), la reazione fu di sospetto ("Cui prodest hoc horribile bellum?"). Gli editori si mostrarono in sequenza: tiepidi, moderatamente allarmati, attendisti (su chi avrebbe fatto il primo passo), scoordinati, rassegnati e (solo ora) imbestialiti. Vero è che grande responsabilità ricade sulle rappresentanze sindacali delle locali, che, fatta eccezione per la REA (unica ad aver preso posizione in maniera veramente decisa sulla vicenda), hanno opposto proteste flebili, quasi sussurrate, non certamente all’altezza della gravità della situazione. E sì che proprio questa avrebbe dovuto essere l’occasione per urlare le proprie ragioni. Ma, forse, la verità è molto più banale. Delle emittenti locali non frega più niente a nessuno. Nemmeno a loro stesse.