Il Velino ha evidenziato i primi risultati dello switch-off sardo in termini di audience. E alcuni effetti, che peraltro gli analisti avevano previsto, cominciano a mostrarsi. Primo fra tutti, la riduzione delle rendite da posizione (per canale). Vedremo ora se il dato è contingente o destinato a stabilizzarsi.
Roma, 12 nov (Velino) – Dal primo novembre in Sardegna la vecchia tv analogica non c’è più. E 640 mila famiglie (un milione 665 mila persone) guardano la tv tramite un decoder. Che sia integrato nella tv o esterno; che sia per il digitale terrestre o satellitare; senza decoder in Sardegna – la regione digitale più vasta d’Europa – non si vede nulla. In particolare sono 358 mila i decoder finanziati dallo Stato ai quali vanno aggiunti migliaia di set top box acquistati senza contributo e una vera e propria valanga di zapper: ovvero quei decoder che costano una trentina di euro, totalmente sprovvisti d’interattività comprati soprattutto per collegarli alla seconda e alla terza tv. Ebbene, cosa cambia per i sardi? Che da dodici giorni da 26 canali (10 nazionali e 16 locali) della vecchia tv analogica ne hanno a disposizione, con una risoluzione video migliore, ben 59 (29 nazionali e 30 locali). E i più fortunati, quelli che possono permettersi anche l’abbonamento a Sky, di canali ne hanno a centinaia. Un vero e proprio “laboratorio dell’audience”, nel quale in questi giorni stanno facendo esperimenti i grandi broadcaster, gli uomini del marketing e anche i big spender della pubblicità. Esperimenti per scoprire l’audience e lo share che sarà tra quattro anni, quando nel 2012 in tutta Italia la tv sarà digitale. Per questo “l’Angolo dei Media” – rubrica del Velino Radio in onda ogni giovedì alle 16.30 – si è rivolto all’esperto di ascolti Francesco Siliato, editorialista del “Sole24Ore” nonché partner e socio fondatore dello Studio Frasi. “La nuova offerta televisiva – ha esordito Siliato – sta producendo ascolti minori per le reti generaliste mentre i canali del digitale terreste in particolare, ma anche quelli di Sky, incrementano share e audience. Si è passati da uno zapping limitato, come quello analogico, a uno zapping più frenetico come quello digitale. Ora in Sardegna c’è più possibilità di scelta”.
Sfogliando i primi dati elaborati dallo Studio Frasi, Siliato ha fatto notare come “soprattutto Rai4 ha già superato il tre per cento di share in Sardegna mentre nel resto d’Italia mantiene uno share da zero virgola”. In pratica il canale di Carlo Freccero in Sardegna fa già gli stessi ascolti de La7. Passando poi all’emorragia di RaiUno e Canale5, Siliato ha aggiunto: “Siamo ancora a dati preliminari, e sarà bene pronunciarsi su tabelle almeno mensili, per ora le ammiraglie perdono intorno ai due punti di share”. Ma nel 2012 ci saranno ancora le ammiraglie? “Ci sarà la tv generalista e ci saranno anche le ammiraglie. Cambieranno un pochino i pesi. Ma anche con il digitale la battaglia tra RaiUno e Canale5 proseguirà. Anziché fare il 45 faranno il 38… E più crescerà l’offerta più perderanno share”. In compenso, Rai e Mediaset potranno recuperare terreno sfruttando i nuovi canali. “I grandi broadcaster stanno investendo nei bouquet del futuro. Quello che perde RaiUno – ha chiosato Siliato – può recuperalo Rai4, quello che perde Canale5 potrà recuperarlo Iris”.
(Gianluca Vacchio) 12 nov 2008 17:15