150.000 copie stampate al costo di un euro ciascuna: sono i numeri dell’esordio del quotidiano Liberal, derivazione dell’omonima fondazione voluta e costituita dall’editore Ferdinando Adornato (foto) operativa dal 1995. Fu proprio lui che in questo particolare momento storico riuscì a coinvolgere nel proprio laboratorio culturale esponenti moderati alla stregua di Carlo Azelio Ciampi, Franco Debenedetti, Ernesto Galli Della Loggia, Sergio Romano, per citare alcuni dei tanti nomi illustri, con l’intento di costituire una sorta di “caffè bohemienne” fulcro di appassionati dibattiti in materia di sviluppo dei valori etici e politici del pensiero liberale.
Questo il gene che rivive nel neonato quotidiano, impegnato nella coraggiosa sfida di presentarsi, dallo scorso 23 gennaio, sul mercato della carta stampata in un momento nel quale l’editoria cartacea nazionale (ma potremmo dire mondiale) sta perdendo posizioni a favore dei nuovi mezzi di comunicazione digitali (internet, tra questi, per taluni rappresenta il principale carnefice).
In un contesto storico come il nostro, dove si legge sempre meno, la scuderia di Liberal cerca di raggranellare la propria fetta di pubblico, presentandosi con una redazione dinamica e di tutto rispetto per gli elettori del centro-destra. Questi i nomi dei suoi più blasonati cavalli di razza: Renzo Foa (figlio del più celebre Vittorio, ex direttore dell’Unità redento nel 2000 dall’affermazione del Polo delle Libertà) direttore responsabile, Michael Novak (americano della Pensylvania collaboratore dell’ American entrerprise institute, consigliere presso l’Ufficio per gli Affari Etnici sotto le amministrazioni Ford e Carter, politologo, sociologo e proficuo scrittore) direttore da Washington con il compito di aggiornare i lettori sugli ultimi movimenti d’oltreoceano; ancora, nel Consiglio di Redazione, Giuliano Cazzola (già collaboratore della Fondazione Liberal, ordinario di Diritto della Previdenza Sociale presso l’Università di Bologna, dirigente generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ultimo Governo Berlusconi), Gennnaro Malgieri (deputato nelle fila di Alleanza Nazionale nel corso della XIII e XIV Legislatura, ex c.d.a. RAI, ex direttore del Secolo d’Italia) e Paolo Messa (area UDC, curatore della rivista Formiche), in aggiunta a tante altre illustri firme del giornalismo nazionale.
Il quotidiano si compone di 24 pagine full color in formato tabloid con una grafica decisamente ispirata a quella di Liberation, quotidiano francese con spiccato taglio liberale per giunta partecipato in buona parte dall’editore italiano Carlo Caracciolo. Ogni giorno – questa una delle peculiarità – verranno dedicate otto pagine ad approfondimenti su temi come scuola, ambiente e cultura.
Il giornale, che come una fenice rinasce dalle ceneri dell’Indipendente (la redazione è pressoché la stessa), vorrebbe puntare su di una distribuzione che spinga soprattutto verso il centro-sud Italia, terra in cui attualmente si registra la laconica posizione di altri quotidiani della stessa area politica come Libero ed Il Giornale. Entrambi, avendo il cuore delle rispettive redazioni dislocate a Milano, gestiscono un’audience con baricentro nelle regioni più a nord della Penisola; la sede di Liberal, invece, è a Roma e da lì potrà seguire più attentamente le vicissitudini del nostro Meridione con l’intento di guadagnarsi proprio in quei territori una buona fetta di lettori.
Indefettibile pendant del lancio il sito internet (www.liberal.it) che, quanto meno per il momento, mette a disposizione degli affezionati alla rete, dalle 18.00 in poi di ogni giorno, l’edizione cartacea del quotidiano in edicola dal mattino liberamente scaricabile in formato pdf.
Il debutto, proprio in coincidenza con l’apertura della crisi dell’attuale esecutivo, è stato apostrofato dall’editore come “Un colpo di fortuna”, attribuendo, forse scaramanticamente, valenza propiziatoria alla curiosa circostanza, certamente vantaggioso banco di prova per Liberal (Italia Oggi, 23/01/2008, p. 28). Proseguendo, Ferdinando Adornato delinea concretamente il piano di espansione della sua nuova iniziativa, auspicando “un primo periodo per testare la risposta delle varie aree del paese, per poi agire successivamente sulla distribuzione in modo mirato”; linea d’intervento, questa, diretta espressione del manifesto programmatico sopra enunciato.
Non ci rimane che rivolgere un sentito in bocca al lupo a tutti i colleghi impegnati nell’ambizioso progetto. (Stefano Cionini per NL)