Terminata in questi giorni la sperimentazione del processo tributario telematico, avviata lo scorso mese di febbraio da Ordine dei Commercialisti, Ministero delle Finanze e Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, attraverso la quale si vorrebbero soppiantare corposi faldoni con files certificati e trasmessi telematicamente alle cancellerie delle sezioni tributarie.
Attivato in poche realtà campione del Lazio e partito inizialmente con l’esclusione del Consiglio Nazionale Forense che ha aderito solo lo scorso mese di giugno, il nuovo contenzioso innanzi alla quarta giurisdizione dello Stato ha saggiato tutti i vantaggi delle nuove tecnologie, applicando gli ultimi ritrovati elettronici per la comunicazione “sicura” tra cittadini, professionisti e P.A. con l’obiettivo di ridurre i tempi della giustizia. La messa a punto di questo nuovo metodo di gestione del contenzioso passa inevitabilmente dallo strumento della posta elettronica certificata attraverso la quale è possibile veicolare in sicurezza, con le medesime garanzie fornite dalla tradizionale raccomandata cartacea, il deposito dei ricorsi e delle memorie istruttorie sottoscritte mediante la c.d. firma digitale, ovvero un particolare codice in grado di identificare univocamente la paternità di un atto predisposto attraverso i comuni programmi di videoscrittura, criptata e decifrabile dal destinatario con una chiave d’accesso. Il termine della sperimentazione, stando a quanto contenuto nel protocollo d’intesa siglato tra i soggetti promotori dell’iniziativa, è spirato lo scorso 30 novembre, ma – ad oggi – non se ne conoscono ancora gli esiti. Partner dell’iniziativa Sogei S.p.A., la Società di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze che nel corso del Salone della giustizia tenutosi a Rimini il 3 e 4 dicembre scorsi ha partecipato di avere in serbo un articolato progetto di innovazione per la giustizia tributaria che consentirà ai Presidenti delle Commissioni Provinciali e Regionali di assegnare on line i ricorsi depositati presso le cancellerie. Tra le scarne dichiarazioni che al momento possono reperirsi sull’argomento, Gianni De Matteo – coordinatore vicario della Commissione Tributaria di Roma – appare convinto che proprio l’area del diritto tributario sia «(…) quella più specialistica per eccellenza (…)», facendo sapere che al momento ci sono «(…) 25 avvocati registrati al sito della Sogei (…) che stanno inviando per via telematica i ricorsi introduttivi e in appello già depositati in cartaceo» (cfr. Italia Oggi, 02/12/2010, p. 47). Completa la panoramica l’incaricata Sogei Federica Pirolli a margine di una specifica illustrazione sulle varie fasi di quello che sarà il nuovo procedimento d’instaurazione del contraddittorio processuale attraverso «(…) deposito informatico del ricorso o dell’appello con allegati alla Commissione Tributaria che restituirà tramite pec un numero di registro generale del ricorso o dell’appello (…)» con la costituzione virtuale di un fascicolo elettronico «(…) il cui stato di elaborazione sarà sempre consultabile interrogando il sistema». (cfr. Italia Oggi, cit.). Concludendo, le linee giuda della sperimentazione e che dovranno rappresentare la stella polare del nuovo sistema di giustizia tributaria, le riferisce per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze Fiorenzo Siriani condensandole in tre principi: «(…) Condivisione dell’applicativo con la platea dei suoi fruitori avocati per verificare peculiarità e lacune e così avere un feedback di ritorno, posta elettronica certificata e firma digitale» (cfr. Italia Oggi, cit.). Staremo a vedere se i proclami finora enunciati dai responsabili dell’iniziativa troveranno seguito nell’ampio (e forse fin troppo utopico) progetto di digitalizzazione della burocrazia retituendo la percezione che gli apparati dello Stato si adoperino veramente per semplificare gli adempimenti dei cittadini nel confronto con la P.A. (S.C. per NL)