Cresce il volume degli spot pubblicitari sui giornali; dopo anni bui durante i quali il settore della stampa si è barcamenato tra non pochi problemi di sopravvivenza, a causa del boom televisivo che ha fagocitato gran parte degli investimenti pubblicitari delle aziende, negli ultimi anni il trend pare invertirsi, o almeno riequilibrarsi. Già, perché, se il piccolo schermo continua a farla da padrone in termini di fatturato derivante da introiti pubblicitari (nel ddl Gentiloni si prevede, però, una, seppur lieve, diminuzione di tale vantaggio), il settore della carta stampata si trova da alcuni anni in ripresa, grazie anche all’ingresso nel mercato di alcune forme alternative di informazione su supporto cartaceo. Stiamo parlando della free press, vero e proprio toccasana per il mondo dei giornali, con un aumento annuo, in termini di fatturato derivante dalle entrate pubblicitarie (questo tipo di giornali si tengono in vita esclusivamente tramite questa risorsa), in doppia cifra (+10,5%), un dato indiscutibilmente positivo. Ma se, data la “tenera età”, un boom degli investimenti pubblicitari su questo mezzo era preventivabile (non certo, però, in questi termini), si nota con piacere che quasi tutti i settori della stampa godono di buona salute, dovuta in buona parte all’incremento del mercato pubblicitario; dai quotidiani (+2,8%) ai settimanali (+3,1%), fino ai mensili (+4,9%), il buon momento interessa quasi tutti, con l’eccezione di alcune periodicità meno usuali (ad esempio, i bimensili o i semestrali), i cui dati risultano stabili. In generale, il mercato pubblicitario su mezzo stampa va a gonfie vele e, data la natura commerciale di massima parte di queste imprese, ciò testimonia un generale andamento più che positivo del mercato nel suo complesso. Resta, però, un interrogativo. Perché mai, dati i forti guadagni derivanti dall’advertising e il generale buon andamento attuale del mercato della carta stampata, gli editori rifiutano così ostinatamente il tanto agognato adeguamento contrattuale per i giornalisti? (G.C. per NL)