La prossima settimana, a quanto risulta a Newslinet, dovrebbe essere pubblicata la delibera Agcom che dispone lo smembramento della rete nazionale DTT n. 12, con conseguente revisione del PNAF per la destinazione delle risorse VHF ed UHF rispettivamente ai consorzi DAB ed agli operatori DTT locali.
Fate attenzione all’esatta terminologia di quello che abbiamo scritto, perché da una parte ciò potrebbe costituire una soluzione al problema dei beauty contest (per Veneto, Toscana, Lazio, Campania, Puglia) dei consorzi DAB, la pubblicazione dei cui bandi è prevista sempre per la stessa settimana.
Ma, dall’altra, reca anche una possibile insidia da parte di chi, finora, ha dimostrato completo disinteresse per la radiofonia digitale via etere (preferendo coltivare altre strade).
Facciamo un passo alla volta.
La delibera in arrivo
Con una delibera che con ogni probabilità sarà pubblicata la prossima settimana, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avvierà il procedimento per la revisione del piano nazionale delle frequenze televisive volta a sottrarre l’inassegnata (nonostante i diversi tentativi effettuati) rete nazionale televisiva n. 12 per rendere le relative frequenze disponibili per alimentare la provvista di frequenze per il DAB+ (attraverso le frequenze VHF che la compongono) e per aumentare la capacità trasmissiva delle reti DTT locali (con le risorse UHF pianificate inizialmente per il dodicesimo vettore del digitale tv terrestre).
Le origini
La vicenda trae origine dalla nota del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 12/11/2024 che portava all’attenzione dell’Autorità l’arcinota necessità di disporre di ulteriori risorse frequenziali (rispetto a quelle provvisoriamente pianificate col PNAF-DAB, qualificato appunto come “provvisorio“) per evitare (ove possibile) l’espletamento di selezioni comparative (c.d. beauty contest) tra i consorzi che avevano manifestato interesse per una medesima rete locale.
Frequenze disponibili dalla rete nazionale n. 12
Una domanda munita di risposta, considerato che il Ministero aveva prospettato ad Agcom la possibilità di sfruttare, per la necessità incombente, le risorse radioelettriche della banda 174-230 MHz (banda VHF-III) allo stato pianificate per la rete nazionale televisiva n. 12, mai assegnata per sostanziale disinteresse del mercato.
Assenso preventivo
Newslinet aveva quindi pubblicato il 12/12/2024 l’indiscrezione seconda la quale l’Autorità si era espressa di massima favorevole a tale soluzione, previo espletamento delle procedure regolamentari necessarie. Cioè la revisione del PNAF-DTT per l’espunzione delle rete 12 e la ricomprensione delle frequenze UHF per essa pianificate e, per converso, del PNAF-DAB (provvisorio) per l’inserimento di quelle VHF appannaggio dell’inattuato dodicesimo reticolo nazionale.
Rete 12: inutile
Del resto, sia l’Autorità che il Ministero non avrebbero potuto non rilevare come, da una parte, non potesse essere tollerato dall’interesse pubblico il mancato sfruttamento di risorse scarse, quali sono le frequenze VHF e UHF pianificate per la rete 12 e, dall’altra, come il sistema tv nazionale avesse trovato, nel tempo, un autonomo assestamento determinato dal migliore utilizzo della capacità trasmissiva anche per mezzo di apparati di ultima generazione e soluzioni ibride quali il jump HBTTV, che limita molto efficacemente il consumo di banda favorendo il passaggio automatico allo streaming sulle smart tv (anticipando peraltro l’avvento del DVB-I).
DVB-T2
Inoltre, l’avvento del DVB-T2 (il cui processo è stato avviato nel 2024) renderà disponibile ulteriore capacità trasmissiva per i contenuti nazionali, rendendo superflua la previsione iniziale della dodicesima rete nazionale.
DAB+
Viceversa, dal punto di vista del servizio di radiodiffusione sonora in DAB+, le risorse della rete 12 consentirebbero di risolvere il nodo dell’insufficienza di frequenze per sostenere il passaggio della radiofonia terrestre locale dalla diffusione via etere esclusivamente analogica a quella ibrida (FM/DAB).
VHF only DAB+
Senza considerare che lo sfruttamento esclusivo ed intensivo della banda VHF per il DAB neutralizzerebbe i paventati rischi interferenziali che un utilizzo condiviso tra radiodiffusone sonora e televisiva renderebbe probabili.
Le reti locali DTT
Non secondariamente, la composizione mista della rete 12 quanto a frequenze, renderebbe disponibili in sede di ripianificazione anche preziose risorse UHF che potrebbero essere destinate agli operatori di rete locali per realizzare nuove reti allo scopo anche di accogliere fornitori di servizi di media audiovisivi che oggi non possono trovare spazio in taluni territori ove le attribuzioni di diritti d’uso sono state inferiori alle necessità.
DAB prioritario
Ovviamente tra le due necessità, quella più urgente è relativa al DAB e pertanto Agcom ha deciso (sempre a quanto risulta a Newslinet) di dividere il procedimento di smembramento della rete 12 in due fasi: la prima per la ridestinazione delle risorse VHF che la compongono alla radiofonia digitale e la seconda (a distanza presumibilmente di circa un anno) per la ripianificazione del PNAF-DTT.
Fase 1
La prima fase che caratterizzerà la delibera in corso di pianificazione condurrà alla revisione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre di cui alla delibera n. 39/19/CONS, al fine di sottrarre dalla pianificazione televisiva la rete nazionale televisiva n. 12 e rendere disponibili le relative frequenze ad altri usi (rectius, operatori di rete).
Integrazione PNAF-DAB (provvisorio)
Contestualmente, sarà integrato il Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze in banda VHF-III per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+ di cui alla delibera n. 286/22/CONS, incrementando il numero di reti locali pianificate mediante l’utilizzo delle frequenze in banda VHF-III rese disponibili dall’eliminazione dalla pianificazione della rete nazionale televisiva n. 12.
Del. 25/23/CONS
Ovviamente, per completare sul piano regolamentare la procedura, occorrerà abrogare anche la delibera n. 25/23/CONS recante la “Nuova procedura per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la rete nazionale n. 12 del servizio di radiodiffusione digitale terrestre”.
Fase 2
La fase 2 della complessa procedura che sarà avviata da Agcom sarà, con ogni probabilità, oggetto di un autonomo e diverso procedimento da realizzare dopo quello di cui alla fase 1, orientato alla revisione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre (delibera n. 39/19/CONS), per potenziare il numero di reti locali pianificate mediante l’utilizzo della provvista frequenziale in banda UHF conseguita dall’espunzione dal PNAF-DTT della rete nazionale televisiva n. 12.
Nuovi bandi per network provider locali
Il percorso si concluderà, stante detta prospettazione, con l’adozione di un regolamento per il rilascio dei diritti d’uso delle frequenze in banda UHF pianificate per le reti locali attraverso nuovi bandi per i network provider che decideranno di concorrere.
L’insidia
Bene, ma dicevamo in apertura, che dietro l’atteso annuncio potrebbe celarsi una pericolosa insidia per i consorzi DAB locali.
Cui prodest?
La provvista frequenziale VHF III derivante dalla rete 12 determina la disponibilità di 4 blocchi per gli usi DAB. Per risolvere le due questioni vitali per il comparto, i quattro blocchi devono però essere integralmente destinati ai consorzi locali e non già a quelli nazionali, che, essendo tre, hanno già a disposizione una risorsa ciascuno.
Le esigenze dei consorzi DAB locali
Le necessità delle radio areali per numero di soggetti e tipologia di servizio impongono che i 4 blocchi delle frequenze VHF sopravvenuti dalla cancellazione dal PNAF-DTT della rete nazionale n. 12 siano tutti destinati e sfruttati dai consorzi locali sia per evitare i beauty contest che per conseguire quella differenziazione contenutistica che, pur inizialmente regolamentata, si è (nel silenzio) persa per strada.
La richiesta RAI
Sennonché, sulla destinazione dei blocchi delle frequenze VHF derivanti dallo smembramento della rete 12 aleggia la richiesta della RAI di disporre di ulteriori risorse frequenziali, resa nota da Newslinet ad ottobre 2024.
Richiesta incomprensibile
Una pretesa, quella di RAI, bollata dagli operatori di rete locali come incomprensibile, considerata l’indifferenza palesemente fin qui mostrata dalla concessionaria pubblica nei confronti della diffusione digitale via etere.
RAI indifferente al DAB. Fino ad ora
Nonostante la disponibilità di un diritto d’uso pieno (quand’anche oggetto di ricorso al TAR perché RAI ambiva a quello attribuito al consorzio privato Eurodab Italia), l’ente televisivo pubblico ha, infatti, fin qui attivato un numero esiguo di impianti DAB+, che l’hanno relegata ad una dimensione ultraregionale più che pienamente nazionale (come per gli altri due consorzi). Praticamente una superstation, anziché una rete nazionale.
Paradosso
Sarebbe quindi paradossale che le istanze dei consorzi DAB locali non trovassero pieno accoglimento per assecondare le richieste di RAI che fin qui, per voce del suo ex a.d. (ed attuale d.g.) Roberto Sergio, ha mostrato di credere molto di più nelle soluzioni OTT (che consentono tranquillamente ogni forma di differenziazione) che nella radiodiffusione sonora in tecnica digitale.
Imbarazzante situazione
Come dimostrato anche dall’imbarazzante condizione in cui si è trovato Stefano Ciccotti di RAI in occasione del recente convegno milanese sul DAB.