La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “I giudici sono stati chiari: Tiziana Ferrario deve essere subito reintegrata nel suo lavoro tipico al Tg1 perché contro di lei si è abbattuta “una volontà ritorsiva posta in essere dai vertici di redazione al fine di sanzionare il dissenso nei confronti della linea editoriale impressa al telegiornale dal direttore”.
Per la FNSI "L’ordinanza del giudice collegiale del lavoro che ha confermato l’obbligo di reintegro della collega Ferrario nella conduzioni del Tg1 non ammette manipolazione alcuna. Ed è grave che il direttore della testata ammiraglia della Rai, Augusto Minzolini, riproponga un inaccettabile scontro generazionale, addirittura accusando la Ferrario di mandare “in lutto” le giovani potenziali conduttrici. Un buon giornalista deve stare ai fatti e non cambiarli utilizzando una forma di ingannevole commento. Nel caso Ferrario non c’entrano nulla le prerogative del direttore e dell’art. 6 del contratto di lavoro che gli riconosce la competenza a fissare le mansioni dei giornalisti, nel rispetto della loro dignità e della loro qualificazione. Lo spostamento e, in questo caso, addirittura la cancellazione di fatto dal lavoro come quello di Tiziana Ferrario, sono gravi e fuori legge perché, in questo caso, frutto di “ritorsione”. Questo deve far riflettere e dovrebbe preoccupare innanzitutto il direttore Minzolini e i vertici dell’azienda per il grave danno recato a una lavoratrice e al decoro del servizio pubblico. Il commento fuori luogo del direttore è improvvido. La propaganda, tanto più di fronte alle disposizioni della magistratura che parlano chiaro, va lasciata da parte. Domani sarà la festa della donna, una giornata per la dignità dei diritti di tutte le persone, che va onorata. Sarebbe imperdonabile se la Rai domani ancora rifiuterà di reintegrare nel suo posto di lavoro la collega Ferrario ingiustamente discriminata e rimossa. Per il resto, per affrontare il nodo della correttezza e della lealtà di un giornalista, tanto più di chi è chiamato a responsabilità di direzione, oltre a esigere il rispetto del contratto collettivo di lavoro, è bene ricordare gli artt. 2 e 48 (diritti e doveri e disciplina degli iscritti) della legge fondamentale della professione: “… è obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, … i giornalisti … sono tenuti a … promuovere la fiducia tra stampa e lettori”; rispettare il decoro e la libertà professionale. La legalità non è un optional. A questi principi si ispira il Sindacato che ora è vicino a Tiziana Ferrario e a tutte le colleghe e i colleghi ingiustamente discriminati al Tg1 e altrove, con la fiducia che l’azione di legalità cui è stata costretta la collega sia un monito a non replicare atti tanto scandalosamente ingiusti. Come hanno ricordato i suoi legali – Domenico e Giovanni Nicola D’Amati – il mancato rispetto delle disposizioni del Tribunale potrà dar luogo ad altre azioni di responsabilità”.