Torna il segno + davanti alle percentuali della raccolta pubblicitaria sul mezzo radio. E non è una contingenza legata ad eventi estemporanei (come nel caso dei Mondiali di calcio), ma una ricorrenza da molti mesi.
Indicatore che il peggio è alle spalle, ma anche che la "grande sorella" regge alla successione in corso tra i media (la carta stampata, per esempio, continua a scendere). Il medium, in sé, è quindi sano. Quel che invece è insano, è il metodo di vendita: lo scarrucolato trenino modello primi anni ’90 è infatti avvistato sempre più spesso al di fuori della galleria della crisi. Eppure tutti sanno che la pessima tendenza della radio civetta premiata dagli ascolti da piazzare insieme alle meno corteggiate per far volume, è una strategia dal fiato corto, abominata da ogni manuale di vendita. Essa riesce, in uno sventurato coacervo di errori, ad annacquare la reginetta, svilire le gregarie, demotivare il cliente e nanificare il mezzo.