Sgominata quella che sembrava una “banda degli onesti” ma che, in realtà, spiava abusivamente le caselle di posta elettronica di giornalisti, avvocati ed altri personaggi, al fine di estrapolarne informazioni utili nell’ambito della “guerra” tra Telecom Italia (detentrice di una grossa quota azionaria, seppur minoritaria nella compagnia brasiliana) e gli azionisti del fondo pensionistico Opportunity (ed attuali azionisti di maggioranza), per il controllo di Telecom Brasil. Il “Tiger Team” – così è stata denominata la task force – aveva già visto l’arresto, un paio di settimane fa, del suo capo, Fabio Ghigni, e del suo tecnico di spicco, Rocco Lucia per l’intrusione nei pc del Corriere della Sera, al fine di estrapolarne importanti informazioni. Nell’ambito della perquisizione nell’ufficio Telecom di Andrea Pompili (mente e coordinatore del gruppo) sono stati rinvenuti altri 4 cd-rom nei quali vi sarebbero le prove degli atti di “pirateria informatica”. Nel primo di questi cd sono state rinvenute le prove dell’intrusione nei pc di alcuni personaggi vicini agli ambienti della cordata brasiliana riconducibile ad Opportunity. In particolare, i danneggiati sarebbero Fausto Carioti, giornalista di “Libero” (autore di molti articoli sulla guerra tra Telecom Italia e Opportunity); Davide Giacalone, collaboratore di “Libero” e autore del libro “Il grande intrigo”; Giannalberto D’Ecclesia Farace, collaboratore della società Acif srl (in stretti rapporti commerciali con il fondo Opportunity) e lo studio legale Giorgianni di Roma, incaricato di curare gli interessi legali di Opportunity in Italia. Nel secondo di questi scottanti cd-rom vi sarebbero le tracce di attività illecite svolte nei confronti della compagnia spagnola Telefonica (che, a sua volta, aveva rapporti con Telecom Brasil), mentre nel terzo si rinverebbero le prove dell’assalto informatico ai danni di Vodafone e della sua società di consulenza RibesInformatica, sempre al fine di prelevare informazioni riservate. Dell’ultimo cd-rom, infine, non si sa ancora nulla, se non che conterrebbe un solo file. In sostanza, attraverso hacker e congegni raffinatissimi, gli esperti informatici di Telecom sarebbero entrati, secondo le accuse, nei pc di personaggi vicini ai loro concorrenti, al fine di rintracciarne informazioni utili contro i propri rivali nella corsa a Telecom Brasil. Questo scandalo non nasce dal nulla, ma è frutto di accurate indagini, in corso da due anni, che hanno già portato all’arresto, il 20 settembre scorso, di Giuliano Tavaroli, ex capo della Security di Pirelli e Telecom, con l’accusa di spionaggio e corruzione (in compagnia di altre 20 persone, tra cui l’investigatore privato Emanuele Cipriani), di Marco Mancini (ex numero due del Sismi), lo scorso 13 dicembre, accusato di aver venduto informazioni riservate ai servizi segreti, ed infine, del manager Telecom Fabio Ghigni e del tecnico e consulente esterno, Rocco Lucia, accusati d’essere entrati abusivamente nel sistema informatico di Rcs per spiare i pc dei giornalisti Vittorio Colao e Massimo Mucchetti. (L.B. per NL)