Dallo scorso 2 marzo “il Romanista” non è più nelle edicole. Ha dovuto chiudere per problemi economici, dopo che la Presidenza del Consiglio del Ministri ha negato al quotidiano i contributi pubblici per i primi due anni di attività (il primo numero è andato in edicola il 10 settembre 2004). Senza contributi, era impossibile andare avanti, anche perché le vendite non potevano certo bilanciare i costi di produzione. Ecco come, in un comunicato stampa pubblicato una settimana prima della chiusura, Stefano Pacifici, direttore del quotidiano dedicato ai tifosi della “magica” parlava dell’imminente chiusura: “Questa è l’ultima settimana del Romanista. Per ora. Noi speriamo di tornare, siamo determinati a tornare in edicola presto. Ma intanto il 1 marzo ci incontreremo su queste pagine per l’ultima volta. Accade questo. Nel 2004 questo giornale, questo piccolo glorioso giornale unico al mondo, era nato sul presupposto economico di superare il traguardo dei tre anni e guadagnare così il diritto ai cosiddetti <<contributi dell’editoria>>", ovvero, ogni anno, il rimborso di circa il 50 per cento dei costi”. Poi Losi spiega la questione dei contributi: “Siamo partiti il 10 settembre 2004 – dice- e quindi tre anni dopo, il 10 settembre 2007, abbiamo vinto la nostra maratona. Ma era solo la prima tappa. La legge prevede infatti che è da quel momento in poi che si maturano i contributi. E quindi, per il 2007, li abbiamo maturati dall’11 settembre al 31 dicembre. In tutto, 450 mila euro. Poco, nulla rispetto alle decine di milioni di euro che tutti i giornali percepiscono ogni anno in base alla legge sull’editoria. Ma per noi quella somma era, è la vita. E ce l’eravamo meritata tutta”. E continua: “Nel gennaio 2008 abbiamo presentato regolare domanda, che abbiamo integrato a giugno con il bilancio 2007, approvato e certificato. Il 27 ottobre la Commissione tecnica del Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio ha dato parere favorevole, ma il capo del Dipartimento ha deciso di chiedere un ulteriore parere all’Avvocatura dello Stato”. Intanto, però, le leggi erano cambiate: “Una norma contenuta nella legge finanziaria ha eliminato, a partire dal 1 gennaio 2006, la possibilità di concorrere ai contributi per le società a responsabilità limitata controllate da cooperative; e ha alzato il termine dopo il quale si ha diritto ai contributi da tre a cinque anni per tutte quelle società editrici costituite dopo il 31 dicembre 2004. In pratica, ci avevano messo fuorigioco”. Insomma, i 20 dipendenti della società, tra cui 13 giornalisti, sono andati in cassa integrazione. Il sito, però, www.ilromanista.it, è rimasto attivo e da lì è partita la battaglia per far tornare in vita il giornale. Il direttore Stefano Pacifici, Giacomo Losi e il responsabile amministrativo Andrea Delli Colli hanno fondato un’associazione, lo scorso 27 febbraio, per raccogliere fondi da parte dei tifosi per riportare in vita la creatura. Uno dei primi ad annunciare la propria partecipazione all’iniziativa è il capitano della Roma, Francesco Totti, e non poteva essere altrimenti. “Cari amici del Romanista, carissimo Giacomo Losi. Ci sono anch’io. Ci sono sempre stato”. Totti ha annunciato la propria partecipazione all’iniziativa evolvendo l’equivalente di una giornata di vita del giornale. Al “Romanista”, intanto, si aspetta che il consiglio di Stato si pronunci sulla decisione della Presidenza del Consiglio del Ministri, contro la cui sospensione con provvedimento di urgenza si è pronunciato il Tar del Lazio. Con un alleato in più, il capitano della Roma, Francesco Totti. (G.M. per NL)