Il decennio 1.0 appena cominciato sarà quello dell’investitura di Internet come cardine dell’esistenza umana. Dal lavoro alla casa, dallo studio al divertimento, dalla salute alla giustizia, tutto sarà webcentrico. Ovviamente anche tv e radio.
Un problema per gli enti regolatori, incapaci di imbrigliare nuovi e vecchi media che sfuggono loro attraverso le vie della prepotente evoluzione tecnologica. Emblematica, a riguardo, è la fatica di Agcom nell’ordinare la radio digitale, con un provvedimento, la Delibera 664/09/Cons, che, con tutta la buona volontà, riesce a puntellare il sistema solamente sotto l’aspetto della fornitura dei contenuti (che tutto sommato non è poco), mentre sul piano tecnologico è visibilmente superata e mal contestualizzata. Va certamente riconosciuto all’Autorità il merito di aver, pur in modo confuso e sommario, aperto alla neutralità tecnologica, prevedendo la sperimentazione di formati alternativi al DAB + o al DMB; ma è evidente che il contatto con la fulminea trasformazione tecnologica è tragicamente perduto. Prova ne è l’oblio sulle soluzioni IP wireless. Che, paradossalmente, saranno quelle che otterranno il maggior riscontro dal mercato.