E’ finita. Il digitale terrestre, fortemente voluto dai superplayer analogici – per cercare di frenare lo sgretolamento di un vecchio modello tv che non riusciva più a difendere la posizione dominante conseguita – e appoggiato sciaguratamente da miopi associazioni di emittenti locali, sta presentando il conto.
Nonostante LCN d’appeal, nelle aree all digital (Lombardia in primis), le maggiori tv locali, dopo una apparente riconquista delle posizione perdute col passaggio definitivo al nuovo standard, registrano vistosi e progressivi cali d’audience e di raccolta pubblicitaria, con cifre da svenimento: -30, -40, -50% e oltre! Non va meglio sul fronte della parallela attività di network provider: la capacità trasmissiva disponibile é – come ampiamente previsto – pressoché completamente invenduta sul piano concreto. Ora gli operatori di rete locali si dicono disperati per la prossima riduzione delle assegnazioni frequenziali (con la sottrazione dei canali 61/69 UHF), incoscienti di un destino in realtà scritto di proprio pugno. Mal consigliati, mal persuasi ed incuranti degli avvertimenti del disastro prospettico, i "lungimiranti" editori locali hanno voluto far man bassa di M/bits confidando su code di compratori fuori dalla porta. Convinti di essere più scaltri delle faine, hanno deciso di riempire i mux con programmi fotocopia di scarsissimo interesse, spesso al solo scopo di presidiare LCN pregiati, col risultato di far fuggire i temerari telespettatori disposti ad avventurarsi nel sottobosco tv. Ormai assuefatti dai comodi contributi governativi, hanno rinunciato alla loro indipendenza, abdicando alla missione commerciale primaria (vendere pubblicità attraverso programmi di interesse locale). Imbesuiti da un Eldorado che (da poco) hanno scoperto essere più hell che dorado, gli editori locali, per tramite di quelle rappresentanze che li hanno consegnate al disastro con improvvide alleanze con incompatibili player nazionali, ora annunciano (le solite) vane proteste. Che agli italiani, attanagliati da una crisi economica che sembra non aver mai fine, si può immaginare quanto importino. Troppo tardi per correggere il tiro.