Fervono i preparativi tra gli esponenti della minoranza, creato addirittura un sito dove si raccolgono adesioni. I rappresentanti dei partiti di destra (non l’intera coalizione di minoranza, in virtù del rifiuto di scendere in piazza da parte dell’Udc) si stanno impegnando nell’organizzazione della manifestazione anti-Governo e anti-Finanziaria, prevista per il 2 dicembre prossimo a Roma. I cortei saranno tre, partiranno da Piazza Repubblica, Largo Colli Albani e Circo Massimo, per incontrarsi tutti a Piazza San Giovanni (per una volta, sottratta al popolo della sinistra), dove ad accoglierli ci saranno i leader dei partiti interessati. E’ stato creato anche un comitato organizzatore con a capo l’on. Cicchetto (FI) e, tra gli altri, Aldo Brancher (AN) e l’ex ministro Calderoli (Lega). Proprio i rappresentanti del comitato annunciano che le adesioni già pervenute tramite il sito (creato ad hoc) sarebbero 167.000, ma che attendono un numero di manifestanti ancora maggiore, tra cui alcuni elettori dell’Udc poco soddisfatti della posizione presa dal proprio partito e molti elettori delle minoranze di estrema destra, che hanno dato il loro appoggio ufficioso alla manifestazione. Certo, la manifestazione in piazza è, fuor da ogni dubbio, un’espressione tipica delle sinistre, e appare quantomeno curioso che a fomentare le folle siano rappresentanti come Berlusconi e Fini, da sempre autodichiaratisi moderati. Ma c’è di più, per l’occasione è stato creato un vero e proprio merchandising. Ombrelli con la scritta “Piovono tasse, governo ladro…di libertà”, tazzine da caffé con scritto “I ricchi non piangono, ma io si!”, addirittura mutandoni con lo slogan “Ho pagato le tasse di Prodi”, fino alle magliette, dai toni più pesanti, con su scritto “Padoa Schioppa…e io pure” o “Prodi, perché mi odi?”. Sembrano slogan e cori da stadio, invece li indosseranno parlamentari, ex ministri, persino l’ex premier. Tutto questo ci porta a riflettere sui toni assunti dal discorso politico; proprio in articolo apparso sul nostro sito lo scorso 13 novembre avevamo trattato l’argomento, sottolineando come negli ultimi dieci-quindici anni (più o meno dall’avvento di Berlusconi nel mondo politico) gli argomenti, i toni e tutto il discorso politico, in Italia, fosse soggetto ad un repentino cambiamento, dovuto in buona parte anche alla televisione e alle sue modalità di trattamento di tale argomento. Ecco, proprio queste tazzine, questi ombrelli, queste magliette stanno a dimostrare come questi toni denigratori, aggressivi e diretti mirino, non già al dialogo, ad un tentativo di collaborazione, di cooperazione, ma ad una divisione netta, ad uno spaccamento all’interno della popolazione, tra gli elettori di destra e quelli di sinistra. Ma più il tempo passa, più i toni si accendono. Intanto, dal comitato organizzatore della manifestazione fanno sapere che l’unico evento che potrebbe rovinare la riuscita della protesta sarebbe la concomitanza con lo sciopero dei giornalisti. “Sarebbe inconcepibile e avrebbe un significato liberticida” affermano dagli uffici del comitato, “abbiamo, comunque, già inviato una lettera a presidente e dg della Rai per chiedere la diretta dell’evento”. Ma si è mai vista una manifestazione in diretta sulla Rai? (G.C. per NL)