Corriere della Sera del 18/10/2008 pag. 24 mutuato da Gadlerner.it
MILANO — La solita diffamazione, solo una bega tra giornalisti? No, quella commessa il 27 settembre 2007 dai microfoni di Radio Padania Libera ai danni del «Nasone ciarlatano e compagnia ragliante» Gad Lerner (da andare «a prendere in sinagoga per il collo», nonché «cadavere ambulante» o nazistello » e «gerarchetto rosso» che «non ha solo il cervello marcio » ma «c’ha proprio anche l’anima putrefatta»), nella prospettazione della Procura di Milano è stata una diffamazione determinata da finalità di discriminazione/ odio etnico. Contro chi? Contro «la comunità rom» al centro, la sera prima, della trasmissione tv «l’Infedele», in cui Lerner aveva notato che «alcuni degli stereotipi, con cui viene oggi additato come colpevole nel suo insieme il popolo rom, presentano una impressionante analogia con la propaganda che anticipò e giustificò la persecuzione contro gli ebrei 70 anni fa». In reazione a questo argomento, la mattina dopo nel corso del «Filo Diretto», il conduttore Leo Seigel (noto anche come allenatore della squadra di calcio «padana»), dopo aver riferito ai rom termini quali «ladri mascalzoni farabutti delinquenti che ci intossicano dalla mattina alla sera», aveva soppesato a modo suo l’analogia tra ebrei e rom nella frase: «Ma tu puoi mettere sullo stesso piano l’Olocausto con questa banda di gente che va a rubare…».
La richiesta di rinvio a giudizio per diffamazione formulata dal pm Maurizio Romanelli, che il giudice Cesare Tacconi accoglierà o boccerà a novembre, ha una seconda particolarità. Non c’è solo l’aggravante (che il legale di Lerner, Daniela Dawan, aveva ipotizzato in denuncia), di contenuto non sociologico/ generico ma specifico/ tecnico, e perciò ad esempio non contestata agli assassini dell’italiano di colore bastonato a morte. C’è anche il fatto che il pm imputa al giornalista di Radio Padania d’avere, con le sue frasi, «determinato (nella sua responsabilità di conduttore) interventi d’analogo contenuto connotati da odio etnico/razzista »: tipo l’ascoltatore che preferiva gli «usurai» (sottinteso: gli ebrei) agli «schiavisti» (sottinteso: i rom) «da sterminare», e per i quali «ci vorrebbe un uomo come quello con i baffetti». Siegel, difeso da Matteo Brigandì, sostiene invece «l’assenza di finalità di odio razziale» nelle sue frasi che riconduce «a una legittima “critica politica” a quanto sostenuto da Lerner»; e valorizza altri passaggi radiofonici da cui «si evince che il conduttore non ha condiviso gli interventi dei radioascoltatori».
Luigi Ferrarella
***
Sull’argomento:
Solidarietà da Veltroni: attacco antisemita
Lerner: ho difeso i Rom Radio Padania mi insulta
ROMA – «Per avere ricordato in televisione all’ Infedele che molti degli argomenti scagliati oggi contro i Rom ricordano maledettamente la propaganda con cui fu giustificata la persecuzione degli ebrei settanta anni fa, mi sono preso una raffica di insulti, via etere, da un conduttore di Radio Padania libera, tale Leo Siegel». Lo denuncia Gad Lerner nel suo blog con riferimento a frasi come «io lo vado a prendere in sinagoga per il collo» oppure «nasone ciarlatano». Ricordando che Siegel è un «ex missino in servizio permanente sul fronte dell’ odio xenofobo», Lerner racconta che agli ascoltatori che per telefono definiscono i Rom «una razza bastarda da sterminare per la quale ci vorrebbe un uomo come quello con i baffetti», il conduttore Siegel risponde «aizzandoli compiaciuto e rivolgendo in prima persona insulti e minacce». Preoccupato dalla violenza generata dalla paura e dal disagio crescente «dovuti all’ insicurezza delle nostre periferie urbane», Gad Lerner conclude sul suo blog che il suo «impegno principale del futuro, anche all’ interno del Partito democratico» sarà quello di pretendere il rispetto dei codici di convivenza «anche nel linguaggio che non è mai innocente». Solidarietà a Lerner è stata espressa dal sindaco di Roma e segretario del Pd Walter Veltroni. «Ho letto sul sito di Gad Lerner della raffica di insulti antisemiti indirizzati a lui dalle frequenze di Radio Padania – afferma Veltroni -. Chi parla al pubblico attraverso i media non può permettersi e permettere certe odiose inciviltà». «Quelle parole contro gli ebrei – aggiunge – sono una vergogna di fronte alla quale occorre reagire con fermezza e determinazione. È dovere di tutti opporsi al pericoloso riaffacciarsi di un odio che nessuno, nel nostro Paese che ha saputo lottare per la democrazia, vuole rivivere».
Pagina 20 (23 ottobre 2007) – Corriere della Sera