Questo week-end NL pubblicherà uno studio approfondito americano che mostra come la fruizione audio si sia già ampiamente spaccata: da una parte la musica sulle piattaforme di streaming audio on demand (Spotify, Youtube, ecc.), dall’altra il parlato.
O, meglio, l’audio parlato (che comprende news, talk/personalities, sport) attraverso radio (ascolto lineare) e podcast (compreso catch-up).
Non solo: dal rapporto del più importante istituto di ricerca audio americano, emerge come l’ascolto del parlato nelle case coi device connessi abbia luogo per più tempo e con meno cambi di stazione.
L’indagine attesta come in auto si cerchino le news, a casa il talk e sul lavoro gli approfondimenti su temi di tendenza.
Smartphone primo device audio
Lo smartphone è già divenuto il primo device per l’ascolto audio in generale (superando l’autoradio), mentre il ricevitore stand alone è ormai emarginato.
Più dell’autoradio
Anticipando i dati dello studio, diciamo che ormai il dispositivo mobile è il mezzo principale con cui le persone ascoltano il parlato: segnatamente con un impiego del 39% contro il 35% del ricevitore AM/FM.
Il parlato da record
La dimensione del pubblico del parlato (48% della popolazione >13 anni) ed il tempo di ascolto (31% di parlato, cioè +55% rispetto a nove anni fa), hanno, secondo lo studio che NL pubblicherà questo fine settimana, hanno raggiunto livelli record.
Torna l’ascolto casalingo
L’ascolto in casa dei contenuti audio parlati è cresciuto notevolmente (è al 60% per 41 minuti giornalieri rispetto ai 27 del 2014), mentre in auto (24%) la fruizione è diminuita (dal 36% del 2014 al 24% del 2023). Anche se la radio via etere rimane al primo posto (62% del parlato).
Podcast in crescita
I podcast rappresentano una quota ampia e crescente di ascolto non musicale.
Conferme
Segnali confermativi di un cambiamento ormai consolidato. Di cui però molti editori non stanno tenendo conto, perseguendo la strada delle radio esclusivamente musicali.