Bloccata all’aeroporto di Madrid in attesa del primo volo utile per il definitivo rientro in Italia. Forse un po’ provata e con la parola overbooking che risuona nella testa, butto l’occhio sui titoli dei giornali. Lo sguardo si posa definitivamente sul New York Times. Sapevo della recente passaggio a dodici pollici del formato del quotidiano della Grande mela. A prima vista, i cambiamenti appena si notano. Più di ogni altra cosa, richiama l’attenzione il fatto che i titoli sono un pò più piccoli. Con la riduzione di 3,8 centimetri di larghezza, e il conseguente taglio delle spese della carta e della stampa, il giornale punta a risparmiare intorno ai sette milioni di euro all’anno. Gli ultimi anni non sono stati particolarmente rosei per il quotidiano diretto da Bill Keller: gli utili sono in calo dal 2003 e il valore di mercato continua a diminuire. Con questo formato più ridotto rispetto al tradizionale lenzuolo che lo ha reso popolare, il New York Times non fa che seguire la tendenza di altri giornali come The Wall Street Journal, nonché USA TODAY, Washington Post e Los Angeles Times. Anche in Italia i quotidiani tendono a presentarsi in formato sempre più compatto: l’ultimo annunciato è quello del Corriere della Sera, che dal prossimo novembre sarà più corto in altezza. L’idea originale era che il Times uscisse in edicola nella sua nuova versione soltanto nell’aprile del prossimo anno. Tuttavia, il processo è stato accelerato e le modifiche sono state fatte prima del previsto, in coincidenza con il transferimento della redazione nella nuova sede ideata da Renzo Piano e con l’ulteriore sfida rappresentata dal recente acquisto del Wall Street Journal da parte di Rupert Murdoch. Col nuovo formato il giornale aumenterà lo spazio riservato alla pubblicità, che negli ultimi tempi ha registrato una brutta decrescita su tutta la carta stampata, che non a caso è sempre alla ricerca di nuove strategie per frenare la caduta dei lettori dovuta alla concorrenza dell’informazione elettronica. Lo stesso Arthur Sulzberger, editore del New York Times, qualche mese fa dichiarava al quotidiano israeliano Haaretz: “Non so se tra cinque anni stamperemo ancora il nostro quotidiano”. “Il New York Times ha raddoppiato il numero dei suoi lettori online, che oggi sono un milione e mezzo al giorno” – aggiunse Sulzberger, a prova della sua tesi. Il New York Times sta compiendo un viaggio e tra le mie mani potrebbe già esservi il passato. (Mara Clemente per NL)