Entro il 30 aprile scorso, in forza di una norma di legge, avrebbero dovuto essere disattivati gli impianti DTT incompatibili con le emissioni di stazioni estere, con conseguente riconoscimento degli indennizzi (pure previsti dal disposto normativo).
Conseguentemente, prima di tale data, avrebbe dovuto essere pubblicato il DM recante la complessa procedura sottesa agli adempimenti. Il termine, tuttavia, all’evidenza è passato (si dice, per sostenuta non perentorietà dello stesso) e gli impianti in molti casi sono ancora attivi (anche se qualche soggetto li avrebbe disattivati, precostituendosi elementi per adire la magistratura, stante la violazione del sinallagma da parte del Ministero). Ma il ritardo potrebbe essere letto in controluce, se si valuta che, da qualche settimana, è attesa la decisione del TAR Lazio – adito da numerose delle emittenti locali attive su frequenze espunte, -sulla legittimità delle imposte disattivazioni.