Entro due anni, le scuole italiane potrebbero avviare una maxi-procedura di risparmio cartaceo. Secondo il ministro Brunetta, la necessità di modernizzazione del sistema scolastico non è mai stata tanto evidente. Questo è il motivo per cui sarebbe stato annunciato un piano, da attuare entro il vicino 2010, con il quale undicimila tra scuole medie inferiori e medie superiori potrebbero presto sostituire circa otto milioni di pagelle in formato cartaceo, con analoghi documenti elettronici. L’impresa consentirà di adeguarci all’attuale sistema britannico, secondo cui i voti di ogni studente sono pubblicati e consultabili online, così come già succede, se pur con ragionevoli differenze legate al diverso corso di studi, per gli studenti universitari iscritti agli atenei del Belpaese. In realtà la pagella online (altrimenti, la e-pagella) non sarebbe una novità in senso assoluto: al nord esiste infatti qualche caso di scuola nel quale il metodo sarebbe già funzionante e ampiamente collaudato. L’annuncio del ministro Brunetta è stato, piuttosto, l’occasione per dimostrare che l’operazione auspicata è del tutto fattibile, attuabile in tempi brevi e di sicuro beneficio per qualunque scuola sia in grado di sostenerla. Ma quali istituti non ne sarebbero capaci? Secondo l’Istat il 30% delle famiglie nelle quali vive un minorenne non possiede un pc e oltre il 40% non ha nemmeno accesso a internet; i dati però non parlano delle scuole, nelle quale attrezzature informatiche e connessioni sarebbero obbligatorie (e troppo spesso inutilizzate) e potrebbero garantire l’accesso alla rete anche a chi non ha un computer in casa (senza parlare delle numerosissime biblioteche, nelle quali di norma l’accesso al web è possibile sottoscrivendo un semplice abbonamento, anche in questo caso gratuito o sottocosto). I dati Istat potrebbero dunque risultare irrilevanti, soprattutto per quei presidi e professori che, terrorizzati dall’innovazione tecnologica, hanno prontamente suggerito di procedere con un avvio sperimentale del processo di archiviazione dei documenti elettronici. Una partenza lenta che faccia in qualche modo abituare l’utenza, le famiglie e gli studenti, ai naturali progressi cui la scuola moderna dovrebbe continuamente puntare. Rimane da chiedersi quale sia, in questo caso specifico, il reale significato dell’attributo “sperimentale” all’interno della scuola pubblica italiana: spesso (ma potremmo anche parlare di prassi) i corsi così ribattezzati rimangono tali per troppo tempo, senza possibilità di una verifica definitiva che concluda la stessa fase di “sperimentazione” del corso. Inoltre la pagella online – come suggerisce il preside del liceo scientifico di Peano di Roma, Francesco Lo Russo – non raffredda in alcun modo il rapporto tra scuola e famiglia: gli eventuali voti pessimi rimangono tali anche sul web; la necessità per il genitore di sostenere un colloquio con il docente rimane invariata. (Marco Menoncello per NL)