Il mini switch-off di gennaio 2020 dimenticato

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Se ne parla poco, eppure tra tre mesi (esattamente il 1° gennaio 2020) molte aree italiane saranno toccate da un’anticipazione dello switch-off del 2022: quello dei canali 51 e 53 UHF. Per esigenze di coordinamento internazionale, tali frequenze dovranno infatti essere liberate a partire dal 01/01/2020 secondo le tempistiche e le modalità dettagliate dal decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 19/06/2019.
L’effetto domino determinato da tale adempimento è rilevante, considerato che tendenzialmente solo un canale dei relativi multiplexer avrà spazio assicurato su un altro bouquet, quello regionale RAI (ovviamente a pagamento).

Mini switch-off

Agcom decide i costi di trasporto

L’articolo 1, comma 1031, della Legge di Bilancio 2018 (legge 205/2017) così come emendato dalla Legge di Bilancio 2019 (legge 145/2018) recita: “L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dispone le modalità e le condizioni economiche, orientate al costo, secondo cui il concessionario del servizio pubblico nel multiplex contenente l’informazione regionale ha l’obbligo di cedere una quota della capacità trasmissiva assegnata, comunque non inferiore a un programma, nel periodo transitorio, a favore di ognuno dei soggetti legittimamente operanti in ambito locale assegnatari dei diritti d’uso dei canali CH 51 e 53 alla data di entrata in vigore della presente disposizione che rilascino i rispettivi diritti d’uso nel periodo transitorio ai sensi del comma 1032”. Sul tema economico, Agcom ha pubblicato la Delibera n. 390/19/CONS, recante “Avvio del procedimento per la definizione delle modalità e delle condizioni economiche per la cessione della capacità trasmissiva da parte della concessionaria del servizio pubblico a favore dei soggetti assegnatari dei diritti d’uso relativi ai canali 51 e 53 della banda UHF”.

Figli di nessuno

E tutti gli altri FSMA veicolati su tali mux fuori dal marchio/palinsesto principale dell’operatore di rete che deve liberare anzitempo il canale?
Dovranno negoziare accordi con altri vettori, visto che la L. 205/2017 non garantisce una tutela ad essi.

Problema non facile da risolvere

Bel problema, posto che in qualche area calda del territorio potrebbe risultare complesso trovare spazio e comunque sappiamo bene che nessun mux è veramente identico ad un altro, non solo per costo di trasporto, ma anche per diffusione e sintonizzazione (nelle grandi città i centralini delle antenne spesso discriminano taluni canali).
Un problema che interesserà svariate decine di FSMA che in molti casi nemmeno hanno consapevolezza dello stesso….

foto antenne di Floriano Fornasiero

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