All’Università di Toronto, esiste un progetto globale meglio conosciuto come Civisec, il cui scopo ultimo è quello di consentire a tutti di raggiungere qualsiasi informazione in qualunque formato attraverso il web. Un modo come un altro per dichiarare l’indipendenza della rete dalla censura e, soprattutto, dai governi che applicano politiche restrittive e censorie in modo del tutto discutibile, nascondendosi spesso dietro l’atteggiamento, comunemente approvato oltre che potenzialmente meritevole, a favore della tutela dei minori. L’idea di Civisec non è certo quella di liberare internet da qualunque controllo, bensì di renderlo libero dagli abusi dei suddetti governi, molto determinati ad esercitare pressioni sulla libertà di circolo dell’informazione e a veicolare la stessa. Agli esempi più noti come Cina, Iran e Stati Uniti (questi ultimi ragionevolmente sospetti se considerata l’identità occidentale e tipicamente “libera” con la quale amano presentarsi) si aggiungerà a breve anche la Francia di Sarkozy, che sembra aver pianificato il lavoro di un’apposita commissione il cui scopo sarebbe quello di “civilizzare” il web, elaborando dei particolari sistemi di filtri anti-pirateria. Sebbene la repressione della pirateria possa essere considerato un obiettivo generalmente corretto da raggiungere, agire sui filtri internet di un intera nazione, è risaputo, scatena effetti collaterali, del tutto deplorevoli, sulla popolazione oggetto delle conseguenti limitazioni. Motivo per il quale i professionisti, difensori della neutralità della rete, intesa come mancanza di discriminazione sulle informazioni che circolano, sia dal punto di vista del contenuto, sia da quello tecnico, considerano Sarkozy reo di colpevolezza digitale. Secondo gli stessi la Francia avrebbe iniziato a muoversi contro i principi giuridici dei paesi occidentali, secondo i quali la censura non avrebbe cittadinanza e non può di per sé diventare metodo per estirpare il problema della pirateria. Del resto, qualunque siano le mosse del governo francese, Sarkozy e colleghi non riusciranno che a bloccare gli utenti più ingenui, i pesci più piccoli, dimostrando così, piuttosto apertamente, l’eventuale inefficacia dell’operazione. Rimane da sperare, a questo punto, che le idee e i progetti di Sarkozy abbiano la sola pretesa di diventare un potente messaggio pubblicitario, necessario a puntare il dito sugli internauti che quotidianamente scelgono di “comportarsi male” sul web. (Marco Menoncello per NL)