E’ guerra tra i giornalisti de Il Messaggero e la casa editrice del quotidiano. Giovedì 3 luglio, il citato quotidiano riportava un comunicato del comitato di redazione (cdr) nel quale si leggeva quanto segue: “Nei prossimi giorni il Messaggero potrebbe non essere in edicola o apparire incompleto nei suoi servizi”. In aggiunta, i giornalisti non adempiranno ad alcun ruolo aggiuntivo che non sia quello di semplici redattori. Ciò è dovuto al mancato accordo con la casa editrice per la proroga di normali accordi in scadenza (terminati alla fine del 2007) che dovrebbero avere un rinnovo automatico e alcuni dei quali risalgono addirittura al 1986. E la casa editrice così risponde all’attacco dei giornalisti della testata, guidata da Roberto Napoletano: “E’ necessario precisare che i citati accordi sono elementi aggiuntivi e integrativi della retribuzione per legge legati a specifici recuperi di produttività su aree concordate e comunque di interesse dell’azienda. E’ proprio su questi punti, in cui si chiedeva ai giornalisti una semplice disponibilità, e non una “cambiale in bianco” come falsamente riportato, che c’è stata chiusura proprio da parte di chi si presenta come vittima di una scorrettezza aziendale”. Ciò che di più ha scatenato il risentimento dei giornalisti è stata la richiesta da parte dell’editore di includere, all’interno dello stesso pacchetto di trattative e con disponibilità immediata, tutte le mansioni riguardanti l’impaginazione. In realtà i redattori sarebbero pronti a discuterne solamente dopo aver definito ogni compito nel dettaglio e solo dopo la firma dell’accordo nazionale con la categoria dei tipografi. Il cdr e l’azienda de Il Messaggero, che peraltro lavorano negli uffici dello stesso palazzo, sono entrati più volte in conflitto anche in passato. L’8 aprile 2006, ad esempio, ai lettori venivano annunciati cinque giorni di sciopero per questioni legate sempre al contratto e alle buste paga, a cui seguiva immediata la risposta dell’editore. Ma ancora più recenti sono gli altri tre giorni di sciopero annunciati nel maggio 2008. Si legge infatti nel comunicato del cdr: “Le relazioni con il direttore e l’azienda sono gravemente compromesse tanto da influire negativamente sulle prospettive di rafforzamento e sviluppo del più grande giornale di Roma”. Inoltre “il direttore non è stato ancora in grado di presentare un piano editoriale complessivo e convincente, che la redazione gli aveva chiesto il 7 marzo scorso” (tratto da www.francoabruzzo.it). Si prospettano altri giorni di sciopero, probabilmente appena verrà a galla la nuova posizione aziendale presa nei confronti dei redattori. Verrà inoltre analizzato se i termini contenuti nel contratto nazionale di categoria siano rispettati. (Sara Fabiani per NL)