"No alla ricerca in tv degli adottati". Il Garante privacy ha vietato alla Rai l’ulteriore diffusione, anche on line, dei dati personali relativi a tre casi di adozioni affrontati nel corso delle puntate della trasmissione del pomeriggio di Raiuno "Festa Italiana" del 10 e del 30 marzo e del 1 e del 13 aprile 2010.
Una delle puntate era stata già oggetto di un precedente provvedimento di blocco dell’Autorità. L’Autorità, nel disporre il divieto, ha ritenuto illecite le informazioni diffuse perché in contrasto con la normativa sulla privacy e con la disciplina sulle adozioni che affida ai soli genitori adottivi la possibilità di informare il minore della sua condizione di adottato e poi solo a quest’ultimo, raggiunta la maggiore età, la scelta eventuale di ricercare i genitori biologici. Nel corso della puntate, invece, come segnalato al Garante dall’ANFAA (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) e dal Tribunale per i minorenni di Genova, sono state promosse delle ricerche da parte di genitori e fratelli naturali in cui si fornivano elementi che rendevano identificabili gli adottati (nome di battesimo, età esatta della figlia naturale, messa in onda di filmati con le immagini di una minore prima dell’adozione). "Nessun mezzo di informazione – commenta Mauro Paissan relatore del provvedimento – tanto meno il servizio pubblico radiotelevisivo, può intervenire così pesantemente nei delicati rapporti affettivi delle persone adottate". Il Garante ha anche avviato un procedimento per l’applicazione alla Rai di sanzioni pecuniarie (che possono arrivare fino a 180 mila euro) in seguito alla mancata osservanza del blocco della puntata del 30 marzo. Le informazioni "bloccate" erano state infatti riproposte in una successiva trasmissione. Il mancato rispetto del provvedimento ha comportato la segnalazione del caso all’Autorità giudiziaria. Il Garante ha infine raccomandato alla Rai, qualora affronti storie di genitori biologici e figli adottivi, di assicurare, pur nel rispetto del diritto all’informazione, la dovuta osservanza delle norme in materia di adozioni e di astenersi dal diffondere nomi veri, reali date di nascita immagini e informazioni in grado di rendere identificabili le persone oggetto della ricerca.