Le tv locali tirano un sospiro di sollievo: il Mise ha pubblicato la graduatoria (provvisoria) degli aventi diritto ai contributi ex DPR 146/2017 per il 2016. Tanti soldi che potrebbero sollevare aziende poste in ginocchio dagli effetti della più grave crisi economica generalizzata che abbia toccato il mondo dalla fine della seconda guerra mondiale, ma anche di evoluzioni socio-tecno-mediatiche che hanno condotto ad una rivisitazione del modello delle comunicazioni di massa che abbiamo conosciuto fino al nuovo millennio e ad una progressiva rifettizzazione della torta pubblicitaria.
Ed è proprio qui che sta il punto: i contributi governativi aiutano e molto le tv locali, ma da soli non potranno risolvere un problema che è endemico. Tra quattro anni, quando, con ogni probabilità politico-economica la spinta contributiva pubblica se non si sarà esaurita si sarà comunque progressivamente attenuata, quanti degli attuali fornitori di contenuti saranno autosufficienti?
Abbiamo scritto più volte che, lato televisivo, degli oltre 4000 titoli FSMA oggi in circolazione dopo il Twenty-Twenty ne rimarranno un migliaio; un numero comunque rilevante e difficilmente sostenibile da un mercato organizzato sugli schemi attuali. Ma che potrebbe trovare ragione di esistere attraverso modelli televisivi di nuova generazione, non necessariamente basati sulla veicolazione di palinsesti generalisti infarciti di spot e televendite venduti a tariffe sempre più basse, ma più orientata a soluzioni tipiche della tv liquida, quella in streaming che attinge più che a risorse pubblicitarie ad abbonamenti low cost, puntando all’economia di scala o a quella autoreferenziale, cioè che trae sostentamento (indiretto) dalla sua stessa esistenza (come Prime Video, il cui abbonamento coincide con quello per la consegna tempestiva di prodotti acquistati attraverso la piattaforma di Amazon). Obbiettivo conseguibile a patto di rivedere completamente layout editoriali (strutturando palinsesti ageneralisti), commerciali (abbiamo già detto come) e tecnici (con forti investimenti verso la multipiattaforma nell’aspettativa dell’only IP). Non certo aspettando passivamente la prossima tornata di contributi.