Il fotogiornalismo è un settore che in Italia muove un giro d’affari tra i 90 e i 120 milioni di euro. L’agenzia italiana più famosa è, certamente, Contrasto, che tiene un rapporto diretto con 35 giornalisti del nostro Paese, oltre a rappresentare in Italia circa una ventina di agenzie internazionali, tra cui la celebre Magnum, corteggiata a lungo dalle più grandi agenzie del mondo ed appartenuta al grande Cartier Bresson, padre del fotogiornalismo, ed a Robert Capa. Il settore sta conoscendo, attualmente, una fase di crisi, dovuta ad una serie di fattori, primo tra tutti il concomitante momentaccio del giornalismo in generale. “Resistere da indipendenti in questo settore è dura – spiega Roberto Koch (nel riquadro, una sua celebre foto), fondatore e numero uno di Contrasto – soprattutto mi preoccupa la continua riduzione degli spazi del giornalismo provocata dalla continua crescita del web”. Cala il business del giornalismo cartaceo, quindi, ripercuotendosi sui risultati dell’agenzia, che dal fotogiornalismo trae il 50% del proprio fatturato. “Il problema del fotogiornalismo è la crisi del giornalismo in generale – prosegue Koch – una perdita di valore e ruolo della professione, che va avanti da troppo tempo, soprattutto in Italia”.
Anche a livello internazionale, però, il fotogiornalismo sta conoscendo una fase particolare: la Getty Images, la più grande azienda fotografica del globo, è stata, infatti, recentemente venduta al fondo fiduciario Hellman & Friedman per una cifra superiore ai 2 miliardi di dollari. La Getty controlla, ad oggi, circa la metà dell’intero business mondiale legato alla fotografia. Si calcola che, solo negli Stati Uniti, abbia un giro d’affari di 350 milioni di dollari, che fa paio con i 120 milioni che fa girare nel Regno Unito, i 73 in Germania, i 48 in Francia e i 350 nel resto del mondo (di cui circa 12 milioni in Italia). La recente cessione, comunque, non porterà a cambiamenti significativi, secondo Pino Granata, boss dell’omonima agenzia Granataimages: “Hellman & Friedman vende e compra società in tempi brevi e forse non intende gestire in proprio una multinazionale dell’immagine come quella che ha acquistato”. La Getty, comunque, così come la Jupiter, altro colosso americano del settore, si trovano in una fase negativa sotto il profilo economico. Il loro valore a Wall Street è, infatti, calato moltissimo negli ultimi tempi, sino al minimo storico che entrambe hanno fatto registrare a metà dello scorso dicembre: 21,80 dollari per azione la prima e 2,97 dollari la seconda, dopo che in passato le quotazioni avevano raggiunto 80 e 30 dollari. Anche qui, probabilmente, c’entra la crisi del giornalismo cartaceo, tant’è che oramai circa il 90% del business d’entrambe riguarda lo stock, ovvero immagini utilizzate dalle pubblicità, quindi per scopi prettamente commerciali. (L.B. per NL)