‘E’ essenziale che si sviluppino contenuti in rete e una vera strategia per diffonderli’, afferma Enzo Mazza, presidente della Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana), che lancia una provocazione: ‘Lo Stato dovrebbe assumere una iniziativa forte: stabilisca per legge l’accesso gratuito a internet. Ad essere pagati saranno invece i contenuti, a seconda dei modelli di business che nascono, un po’ come la tv. Questo oltre a rivoluzionare la rete, perche’ metterebbe i contenuti al primo posto, dovrebbe essere il vero investimento sulla banda larga di cui si parla tanto’.
Tesi sostenuta in apertura della presentazione dei risultati dell’edizione 2008 dell’Osservatorio permanente dei contenuti digitali.
“Il grande equivoco di internet e’ che si confonde spesso lo strumento con il contenuto”, ha spiegato Federico Motta, presidente di Sistema Cultura Italia, oltre che Ad della casa editrice che porta il suo nome e membro della giunta di Confindustria.
Nel dibattito su chi, fra internet e TV, innova di piu’ e meglio, il pendolo per Paolo Liguori, direttore del TGCom, e’ decisamente a favore della scatola magica. “La piu’ grande rivoluzione la sta facendo la TV, tutto sta cambiando per effetto del digitale terrestre che sta introducendo il diritto del pubblico pagante e protagonista. Il cliente in genere in TV e’ l’inserzionista pubblicitario” mentre ora questa qualifica la sta assumendo “sempre di piu’ lo spettatore“.
Punto su cui ha concordato Edoardo Segantini del Corriere della Sera: una recente ricerca, ha detto, mostra che in televisione gia’ dall’anno prossimo lo spettatore-cliente produrra’ piu’ fatturato degli inserzionisti. Anche se, questa la sua lamentela, “per i contenuti che abbiamo ora, la rete che troviamo ora basta e avanza”.