Il futuro dei giornali si cela nei dispositivi elettronici. Parola di Murdoch

Volete sapere qual è stato il gadget di Amazon più venduto sotto le feste di Natale? Naturalmente il lettore elettronico Kindle, sia nella versione standard, sia in quella maggiorata DX (deluxe).

Il motivo? Che l’elettronica appassioni il mondo industrializzato non è una novità, ma che la popolazione sia sempre più attratta da dispositivi elettronici che permettono di “rimpiazzare” (si fa per dire) libri e giornali è un argomento di crescente interesse. Ragion per cui – forse è vero – gli utenti e i tradizionali lettori cominciano davvero a percepire il cambiamento e stare dalla sua parte. E’ quanto sostiene anche Rupert Murdoch in un’esclusiva intervista per il quotidiano La Stampa, nella quale spiega, tra le altre cose, che il futuro dei giornali si cela sicuramente nei nuovi lettori elettronici. Poi, nello specifico, il tycoon australiano ammette che forse Kindle è “fenomenale per i libri, un po’ meno per i quotidiani” e preferisce supportare il prossimo lancio di nuovi prodotti simili tra cui quelli di Apple, in grado, a quanto pare, di leggere ogni formato attualmente disponibile sul mercato. Insomma, la tecnologia è il futuro dell’informazione e non stupisce il fatto che News Corp. appaia particolarmente interessata riguardo alle creazioni di Apple, proprio in considerazione dell’enorme successo ottenuto dalla casa di Cupertino nel settore della vendita online di musica e film. Inoltre, come confermato dalle vendite di Amazon, nonché dalle parole del più popolare editore al mondo, l’utenza sembra accettare di buon grado l’utilizzo di nuovi e “unici” dispositivi per accedere a tutte le informazioni, alle notizie di qualità, oltre che ai libri. Non c’è quindi motivo di preoccuparsi se molti editori sono ancora titubanti perché, secondo Murdoch, quello che ora fa il Wall Street Journal online, vendendo abbonamenti, sarà una strategia che verrà presto fatta propria da numerosi altri quotidiani, la cui tradizionale paura riferita al “paywall” (il muro di pagamento da inserire tra il quotidiano online e il lettore) sia sta lentamente affievolendo. (Marco Menoncello per NL)

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