Il fisco sbarca su Facebook e usa l’innovazione tecnologica come scorciatoia verso l’evasione fiscale. Ebbene sì, Marco Di Capua, il direttore vicario dell’Agenzia delle Entrate, ha annunciato, con l’articolo del 15 marzo 2011 di ItaliaOggi, il nuovo modus operandi degli agenti: assorbire le informazioni entrando nel social network, creando un nuovo rapporto con il contribuente.
L’Agenzia delle Entrate diventa un nuovo utente di facebook e opera attraverso uno sportello on line, dedicato ai servizi e ai controlli fiscali. Il fisco quindi non è più un esterno invasore della rete, bensì si colloca volontariamente al pari del contribuente iscritto al social network. La rivoluzione telematica, quindi, segna l’acquisto di un nuovo strumento di accertamento, capace di prendere confidenza con il cittadino e con il suo modo di gestire la ricchezza nella quotidianità. La ratio non cade solo sull’iter persecutorio degli evasori, ma contiene la volontà di creare uno sportello on line per fidelizzare il contribuente e instaurare una relazione volta non solo al controllo, bensì alla condivisione di servizi. Facebook rappresenta una delle più strategiche fonti aperte capace di legittimare l’accesso alla vita del cittadino senza ledere la privacy, in quanto le informazioni che cascano nella sfera di conoscibilità del fisco si identificano perfettamente con ciò che noi utenti vogliamo rendere pubblico: nessuna invasione spia il reddito consumato. Prende forma una nuova e raffinata attività di intelligence, figlia della prassi consolidata in Usa, Belgio, Giappone e UK dove internet è utilizzato in tutte le sue sfumature, anche come sofisticata arma per la lotta all’evasione. I risultati provenienti da tali paesi sono invidiabili. Non ci resta che prendere esempio, e considerare il web come prezioso contenitore di input non convenzionali. (C.S. per NL)