Roma – Ebbene sì, nella piattaforma Windows per i Media Center e i dispositivi di intrattenimento domestico è compresa la broadcast flag. A dichiararlo è la stessa Microsoft, che intende così spazzare via ogni dubbio: le emittenti che fanno uso di sistemi di restrizione sulla fruizione dei contenuti trovano nella piattaforma dell’azienda un solido alleato. E gli utenti è bene che ne prendano atto.
La broadcast flag come ben sanno gli utenti di Punto Informatico è tutto meno che una novità:
è quello strumento che il Garante delle TLC statunitense, la Federal Communication Commission, ha integrato nell’ordinamento statunitense. Un tool che costituisce una forma di DRM televisivo e che come tale è combattuto da anni, vanamente, dalle associazioni per i diritti civili, quelle che ritengono che il diritto dell’ascoltatore, dell’utente, sia quello di poter disporre dei propri strumenti di ricezione, e quindi anche dei Media Center, in assoluta libertà, senza subirne limiti e castrazioni.
Ma ora, grazie ad una lettera pubblicata da news.com, Microsoft scioglie i dubbi che in questi giorni hanno attanagliato il pubblico americano. Scrive il gigante di Redmond: “Microsoft ha incluso in Windows tecnologie basate sulla regole decise della FCC. Con riferimento a questi regolamenti, Windows Media Center aderisce appieno alle flag impiegate dalle emittenti e dai detentori di contenuti per determinare le modalità con cui quei materiali possano essere distribuiti e utilizzati dai consumatori”.
La posizione di Microsoft non può certo sorprendere nessuno: l’azienda è da sempre in prima linea nel garantire all’industria dei contenuti tecnologie in grado di offrire opzioni di distribuzione diversificate. E lo fa su tutti i media, non solo televisione ma anche Internet. Piattaforme come Windows Media sono fondate sul DRM, dove il Digital Rights Management è visto come principio fondante della crescita del mercato dei contenuti. E di certo un boccone gradito alle major.
Ma negli USA, come accennato, in questi giorni si è parlato del fatto che una celebre trasmissione televisiva, American Gladiator, sia risultata blindata alla registrazione per una larga fetta di utenza. L’emittente, NBC, fino a questo momento non ha ancora saputo dire se per quella trasmissione la temuta flag sia stata impiegata ma Microsoft ha da parte sua dichiarato che vi sono casi in cui il giochino può non funzionare. “In alcuni casi – ha scritto nella sua lettera – i contenuti possono venire erroneamente flaggati nel corso della trasmissione, il che può incidere su come gli ascoltatori fruiscono di quei contenuti. Il successo dell’intera filiera della distribuzione dipende dal fatto che tutti i soggetti coinvolti svolgano il loro lavoro e i controlli di qualità cosicché la codifica venga applicata correttamente e dunque si eviti un risultato inatteso”.