Finalmente le associazioni delle moribonde tv locali hanno realizzato cosa c’era dietro il beauty contest.
Dopo che le principali testate nazionali hanno amplificato la denuncia che da un paio d’anni questo periodico portava avanti nella loro indifferenza, i sonnecchianti e pressoché invisibili sindacati delle emittenti areali hanno scoperto l’acqua calda. Ora che la gara non competitiva si appresta a diventare un’asta al rialzo chiedono senza alcuna convinzione che due delle sei frequenze nazionali vengano destinate ai loro associati. Campa cavallo. Anche perché sul nuovo pacchetto di risorse radioelettriche hanno messo gli occhi ancora una volta i danarosi operatori telefonici affamati di frequenze per potenziare il web mobile (le 9 frequenze del dividendo esterno non sono all’evidenza sufficienti). E a nulla rileva che il dividendo interno avrebbe dovuto essere destinato esclusivamente alla radiodiffusione televisiva: pecunia non olet. E Passera, a differenza delle smarrite rappresentanze delle tv locali, l’ha capito bene.