Il “Corriere” entra nelle carceri

L’iniziativa del giornale milanese nasce da una lettera ricevuta un mese fa da Paolo Mieli. La stessa iniziativa è già attiva in Francia dal 2006


L’iniziativa ha esclusive finalità sociali, non ci sono scopi commerciali, voglio ribadirlo e sottolinearlo”. Così, Luca Traverso, capo della divisione Corriere della Sera di Rcs MediaGroup, ha presentato l’ultima iniziativa intrapresa dal primo quotidiano italiano d’informazione e fortemente voluta dal suo direttore Paolo Mieli (foto). Presto, infatti, il “Corriere della Sera” farà il suo ingresso in venticinque istituti penitenziari della Lombardia e del Piemonte, per un totale di 4 mila copie distribuite a titolo gratuito ai detenuti. L’iniziativa della Fondazione Corriere della Sera partirà dalla fine di aprile e, oltre alle copie del quotidiano, prevede l’invio di altrettante copie del settimanale “Oggi” e di libri, per un totale di quasi 200 titoli differenti.
Per quanto riguarda l’aspetto economico del progetto, se le intenzioni non sono lucrose, Rcs si tutela, comunque, per quanto riguarda i costi di produzione: i venticinque istituti interessati pagheranno le copie al prezzo di 12 centesimi di euro, così da coprire, perlomeno, i costi logistici e la distribuzione. Le copie saranno, comunque, conteggiate nelle tabelle dell’Accertamento diffusione stampa, alla sezione “vendite in blocco”.
Questa meritoria iniziativa prende esempio da quanto accade in Francia già da due anni: circa 5.500 detenuti d’oltralpe ricevono giornalmente, dal 2006, copie di alcuni quotidiani. Il più attivo, in questo versante, è “Ouest-France”, che fornisce una ventina d’istituti tra Normandia e Bretagna. La versione italiana del quotidiano per i carcerati ha origine, invece, da una lettera inviata a Paolo Mieli da un detenuto del carcere di Piacenza, lo scorso 20 febbraio. “Sono un detenuto, di quei 18 mila circa in attesa di giudizio – si legge nella missiva – che trascorre 20 ore su 24 all’interno di una cella di quattro metri per tre…Qui ogni giorno bisogna fare i conti con il tempo…Il motivo di questa lettera è forse poco nobile: chiederle di contribuire a far sì che il tempo, qui dentro, possa essere impegnato anche attraverso il piacere della lettura del quotidiano”. L’iniziativa, fanno comunque sapere da Rcs, non si estenderà all’intera penisola: i costi, in assenza di uno sponsor, sarebbero troppo alti. (Giuseppe Colucci per NL)

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