Si è conclusa con una multa salatissima per la Rai e per Alfredo Meocci (foto), ex direttore generale dell’azienda di Stato, la questione relativa alla legittimità o meno del sopraindicato a ricoprire l’incarico, in virtù del suo passato da membro dell’Agcom. Il caso era scoppiato all’inizio del 2005, allorché Meocci fu eletto dal consiglio d’amministrazione, grazie ai soli voti dei cinque esponenti dell’allora maggioranza di centrodestra (tuttora in maggioranza nel CdA della Rai), nonostante l’ammonizione dell’Authority sull’illegittimità della nomina. La polemica fu sollevata nell’aprile dell’anno successivo dal presidente della Rai Claudio Petruccioli, che aveva sollecitato un chiarimento da parte dell’Autorità per le Comunicazioni, che confermò l’incompatibilità di Meocci e comminò una multa a lui e all’azienda. Durante l’estate, poi, in seguito alle dimissioni del direttore generale, sostituito da Claudio Cappon, il Tar del Lazio aveva confermato il provvedimento amministrativo. Poco meno di un mese fa, lo scandalo degli “stipendi d’oro” percepiti dai manager di aziende ed enti pubblici, per cui erano finiti nel registro degli indagati i cinque membri del consiglio d’amministrazione che elessero Meocci, con l’accusa di abuso d’ufficio. Ultima tappa, il 20 dicembre, quando il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Meocci, confermando la maxi-multa alla Rai di 14,3 milioni di euro e la sanzione per l’ex dirigente, pari a 373mila euro, lo stipendio che Meocci ha percepito durante la sua permanenza in Rai. (L.B. per NL)