Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione CNT-Terzo Polo Digitale
Il Corriere della Sera attacca il digitale terrestre affermando che impegna una tecnologia costosa, limitata, obsoleta, quindi meglio il satellite, quindi Viva Sky!
Il sottosegretario Romani risponde enfatizzando i molti vantaggi del digitale terrestre.
Il Corriere lapidariamente risponde confermando di ritenere più conveniente un’altra tecnologia digitale, e cioè il satellite, che non a caso Rai, Mediaset e La7 pensano di utilizzare con una loro piattaforma satellitare. Il tutto, ovviamente, contro Sky.
Tra i due si inserisce l’associazione Dgtvi, l’associazione che raccoglie i più importanti operatori e specificamente i monopolisti Rai e Mediaset, per polemizzare a sua volta e difendere le ragioni del digitale terrestre.
Il CNT Terzo Polo digitale, l’associazione che raccoglie televisioni locali e reti nazionali indipendenti, come Retecapri, non intende assistere in silenzio a questo ridicolo balletto.
La Televisione digitale via satellite è oggi monopolio assoluto e totale di Sky, di proprietà dell’editore Australiano-Americano Rupert Murdoch dopo la scomparsa di Stream-Tv e Tele+ .
In Italia quindi esiste un monopolio assoluto nella Tv satellitare che si chiama Sky, condizionando lo spettacolo, l’informazione e il costume che, ovviamente, nulla ha a che fare con la tradizione, l’esperienza e la cultura nazionale.
Sky direttamente, e comunque attraverso la piattaforma satellitare controllata, è sostanzialmente il monopolista delle trasmissioni a contenuto pornografico.
Il Porno garantisce a Sky introiti da capogiro con costi irrisori e sfruttando una normativa che impedisce ,a Sky, di avere concorrenti su altre piattaforme perché inesistenti e con limitazioni perfino nei confronti delle trasmissioni a contenuto erotico, ma non pornografico.
Sky, inoltre, ha beneficiato assurdamente dell’IVA ridotta del 10%, creando un inconcepibile ed ingiustificabile disparità di trattamento.
Infine a Sky è consentito trasmettere pubblicità con altri sostanziosi ricavi, oltre agli abbonamenti ed all’acquisto di singoli programmi.
Anche Rai cumula gli abbonamenti con la pubblicità, ma almeno dovrebbe svolgere la funzione di servizio pubblico.
Sky che servizio fa oltre quello di arricchire, in maniera disgustosa, Rupert Murdoch?
Nel digitale terrestre invece, stiamo assistendo ad un progetto di concorrenza nei confronti di Sky, guidato da Rai e Mediaset che intendono riproporre nel digitale terrestre lo stesso duopolio pubblico-privato, che già ha fatto i ben noti danni nella tv analogica.
Il monopolio nel digitale terrestre sarà ancora più asfissiante e devastante, perché Rai e Mediaset pretendono di avere 6 o più frequenze in digitale, e su di ognuna di esse trasmettere fino a 6 canali.
Avremo nel digitale terrestre non meno di 30 canali Rai e non meno di 30 canali Mediaset, con un controllo sotterraneo ma sofisticato anche degli altri operatori.
L’ultima chicca della Rai è quella di destinare uno dei canali digitali, che cioè può trasmettere 6 programmi diversi, a livello regionale.
Avremmo un Tg3 moltiplicato per 6, e sarà questo il colpo di grazia per le emittenti locali.
Insomma il sistema televisivo italiano poggia su un monopolista satellitare (Sky), su un duopolio nel digitale terrestre (Rai – Mediaset) e una sopravvivenza, solo formale e di facciata, per editori indipendenti e per tutto il sistema delle televisioni locali, con cui verrà lasciato al massimo il 5% delle risorse.
Questa è la realtà, e il problema è sapere se esiste ancora qualcuno disposto a non subire questa violenza, e restituire un sistema di comunicazione pluralista e rispettoso delle identità locali.