I dati sulla raccolta pubblicitaria del settore radiotelevisivo italiano del primo trimestre 2015 restituiscono informazioni interessanti.
Primo: la radio, convalidando la tendenza dell’ultimo periodo del 2014, salvo qualche stop & go più tecnico che sostanziale, è ritornata a crescere prepotentemente. Secondo: nel comparto tv, a fronte di un durevole segno negativo massificato tra i superplayer, crescono (ed anche con doppia cifra percentuale) i prodotti più originali dell’area generalista (performed by Viacom e Discovery). Volendo trarre da queste contingenze un indicatore oggettivo, ci chiediamo: qual è il minimo comun denominatore dei due ambiti? Scomponendo i dati, realizziamo facilmente che i fattori comuni sono: la flessibilità, i ridotti costi d’esercizio e la capacità di reazione alle richieste del pubblico e del mercato. Ovverossia i punti dolenti degli elefanti dell’etere.