Le vicende dell’assegnazione del dividendo interno (ex beauty contest) e della revisione del piano LCN potrebbero svilupparsi nella tipica direzione italiana.
Cioè quella delle proroghe. Del resto, allo stato, come abbiamo illustrato nell’editoriale della scorsa settimana, non pare esserci una gran impazienza di definire l’attribuzione delle frequenze riservate da Agcom ai nuovi entranti. Piuttosto, l’orientamento dell’amministrazione governativa sembra essere, da una parte, quello di diminuire i canali nazionali da mettere all’asta a fronte di una riserva per la definizione delle problematiche interferenziali derivate dalla pasticciata distribuzione dei diritti d’uso alla RAI ed alle tv locali e, dall’altra, di elaborare una gara competitiva ossequiosa delle bacchettate ricevute dall’UE contro la tendenza italiana di preservare i big player esistenti a danno dei nuovi entranti. E verso una proroga dello status quo potrebbe andare anche la controversa questione della numerazione automatica dei programmi della tv digitale terrestre. E’ infatti innegabile che l’equilibrio consolidatosi in tema di LCN, pur non pienamente soddisfacente per tutti, potrebbe comunque essere più sicuro dell’incertezza che nuove graduatorie redatte attraverso criteri ancora da definire porterebbero seco. Soprattutto se, nel frattempo, molti content provider privi di assegnazione che avevano adito i giudici amministrativi hanno ottenuto soddisfazione attraverso l’attribuzione di risorse non sfruttate efficacemente dagli originari assegnatari nei bacini di spettanza.