Il Canone RAI aumenta? E’ tempesta

Deciso lo scatto dell’imposta. Gentiloni: ora è lecito attendersi un investimento in qualità. I consumatori sul piede di guerra: vessazione ingiustificata e ingiustificabile. Bossi: non pagatelo. AN ripropone il canone in bolletta ENEL


da Punto Informatico

Roma – 104 euro: questa la cifra che gli italiani che posseggono un apparecchio capace di ricevere il segnale televisivo (“adattabile” dice la legge) dovranno pagare per il 2007.

Tanto prevede un decreto firmato due giorni fa dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Il Ministero ha sottolineato che da tre anni il cosiddetto Canone RAI è fermo a 99,60 euro. “In questo modo – spiega una nota – viene allineato al tasso di inflazione maturato, così come previsto dall’art. 47 del testo unico sulla televisione”.

Nella nota, il Ministero elenca anche i paesi europei dove una imposta simile pesa di più sulle tasche dei cittadini di quanto pesi quella italiana: si va dall’Islanda, con 319 euro/anno, alla Francia, con 116,5.

Per la RAI l’aumento significa un introito maggiorato di 70 milioni di euro rispetto al 2006, con una previsione di incasso complessivo per il 2007 di 1,505 miliardi di euro.

“Mi attendo che le risorse del canone – ha dichiarato Gentiloni – vengano investite per assicurare al servizio pubblico quelle caratteristiche di pluralismo e qualità definite anche dal recente contratto di servizio tra RAI e Ministero delle Comunicazioni. Il cittadino che paga il canone ha il diritto di essere esigente nei confronti del servizio pubblico”.

Le reazioni dei consumatori e del mondo politico non si sono fatte attendere. Se sui blog ci si chiede se c’era davvero bisogno dell’aumento, vista la crescita delle entrate pubblicitarie, le associazioni del consumo sono sul piede di guerra.

Adiconsum ricorda come molti siano i cittadini privi del segnale analogico che, avendo fatto ricorso alla parabola, si trovano comunque a dover pagare il canone, pur non potendo fruire di tutti i programmi RAI in quanto sul satellite, per motivi di diritti, non tutto può essere trasmesso. “Inaccettabile poi – sostiene Adiconsum – che gli stessi programmi siano visibili tramite abbonamento SKY”. La proposta è quella di una distribuzione gratuita di schede di decodifica che consenta anche a chi deve ricorrere al satellite di poter vedere liberamente l’intera programmazione RAI senza addebiti aggiuntivi.

Da parte sua ADUC sostiene che l’aumento del Canone sottointende una logica perversa, quella di ricorrere agli aumenti per coprire buchi di bilancio senza badare troppo a “scandali su stipendi fantastici” e ai “dubbi che la gestione sia un po’ a manica larga”. ADUC, che ritiene improbabile una riforma della RAI che il mondo politico non sembra interessato a portare avanti, ricorda la propria campagna per l’abolizione tout-court del canone.

Ancora più dura la reazione di Adusbef secondo cui “è ingiusto e sbagliato far ricadere sui cittadini le scelte sbagliate del CDA Rai”. L’Associazione si prepara ad impugnare il decreto del Ministero TLC dinanzi al TAR del Lazio.

Secondo Carlo Pileri, presidente di ADOC, per l’ennesima volta si rinnova e anzi si aggrava la vessazione del canone tv ai danni dei cittadini. Una tassa di possesso istituita quando il mercato televisivo era totalmente diverso e che oggi non ha motivo di esistere”. A suo dire “da più parti si è tentato di giustificare l’aumento con il contestuale miglioramento del contratto di servizio e della qualità della programmazione a vantaggio dei cittadini. La realtà è che la RAI si cura poco della qualità dei programmi che trasmette ed esclude le associazioni dei consumatori dal Segretariato sociale”. Secondo ADOC è necessario che i programmi RAI finanziati dal canone siano contraddistinti da un apposito bollino e che possano venir fruiti senza alcuna pubblicità.

Il leader della Lega Nord Umberto Bossi sulla Padania invita i cittadini a “non pagare il canone RAI”. “Abbiamo deciso di chiedere alla gente di non versare più il canone – spiega – come forma di protesta contro una Tv pubblica che non ci dà lo spazio che meritiamo”.

Da parte sua Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ha dichiarato che “l’informazione della Tv di Stato è inguardabile. Anno Zero è osceno, per non parlare dei programmi della Dandini. Adesso ci mancava pure Enzo Biagi che ritorna. Mi arrivano tanti fax di protesta di gente che non vuole pagare il canone. Come ex presidente del Consiglio non lo posso dire, ma se qualcuno propone lo sciopero del canone fa bene”.

Ma se la proposta di Bossi non tocca politicamente gli altri partiti della Casa delle Libertà a parlare è anche Alleanza Nazionale, che si muove su direttrici affatto diverse. AN presenterà infatti a breve un disegno di legge che prende spunto dalla proposta del consigliere RAI Angelo Maria Petroni, una proposta che punta a inserire il canone nelle bollette ENEL. Non solo: secondo AN è necessario che il canone risponda a criteri progressivi, per i quali chi può paghi di più e sotto una certa soglia di reddito non si paghi nulla. Il ricorso all’inserimento in bolletta servirebbe secondo AN a scoraggiare la forte evasione del canone che si registra ogni anno in Italia.

Contro l’aumento ha parlato anche il Partito Pensionati che, per bocca del suo segretario, Carlo Fatuzzo, dichiara di ritenere “semplicemente assurdo che si sia aumentato il canone RAI quando milioni di pensionati e di cittadini hanno come unico svago, per le ristrettezze economiche, la televisione. L’aumento di questa tassa di possesso a 104 euro è una cosa veramente improponibile, dal momento che non è possibile scegliere se fruire o meno dei programmi RAI: è un imposizione!”. Anche Fatuzzo chiede l’abolizione del canone.

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