cassazione.net – newsletter n. 73
GIOVEDI’ 31 LUGLIO 2008
La Cassazione chiude il cerchio sul bollino Siae. Anche se in Italia non c’è più l’obbligo di apporlo è comunque un “indizio” che la polizia può usare, come ha sempre fatto finora, per individuare Cd pirata. Se l’opera è contraffatta la vendita e il noleggio sono reato.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 32064, ha confermato la condanna nei confronti di un senegalese sorpreso dalla polizia con 280 Cd per play station e 395 Cd musicali, privi del contrassegno.
Solo nei mesi scorsi la Suprema corte aveva, con una serie di sentenze, scagionato svariati imputati per la vendita di Cd pirata sostenendo l’irregolarità del bollino e quindi l’inesistenza dell’obbligo di apporlo.