Il bimestre estivo di Audiradio premia i grandi successi e segna difficoltà gravi per Deejay

E’ un risultato sicuramente curioso ed originale quello emerso dai dati Audiradio, compresi tra sabato 14 giugno e venerdì 1° agosto. Che merita riflessioni, che conduciamo con il supporto del giornalista massmediologo Nicola Franceschini


Nell’ultima sessione di Audiradio, in testa, come sempre, vi è la prima rete RAI, che, tuttavia, subisce un calo rispetto ai due mesi precedenti (da 6.948.000 a 6.756.000). Se l’è cavata pur sempre meglio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dove si fermava a soli 6.302.000. Il primo vero cambiamento arriva subito dopo. RTL 102.5 e RDS conquistano rispettivamente il secondo e terzo posto con 5.492.000 e 5.290.000 nel giorno medio ieri, con variazioni minime rispetto al terzo bimestre salvo, sotto l’aspetto psicologico, comunque la presenza di un segno positivo per la prima e negativo per la seconda (+88.000 per il network milanese, -33.000 per l’emittente capitolina). Le due reti crescono non tanto (o non solo) per meriti propri, quanto in seguito al colpo subìto da Deejay che passa da 5.464.000 a 4.867.000 ascoltatori. Il palinsesto estivo, caratterizzato dall’assenza dei principali speaker, sembra non essere stato gradito dai fedelissimi della rete ammiraglia Elemedia. Da verificare se vi possono essere, tuttavia, concause. Scivolone anche per Radio2 che, priva di Fiorello, non riesce a mantenere gli ascolti del precedente bimestre. Anche in questo caso la perdita è piuttosto sensibile: da 5.445.000 a 4.742.000. Chi sorride invece è Radio 105, che torna sopra i quattro milioni, passando da 3.885.000 a 4.086.000, e, soprattutto, posizionandosi al sesto posto, scalzando Radio Italia Solo Musica Italiana (quest’ultima da 3.896.000 a 3.723.000). Le sorprese del quarto bimestre non si fermano qui. Anche le emittenti lontane dai vertici sono state al centro di cambiamenti radicali. Andando per ordine, R 101 supera Kiss Kiss e Radio 24, totalizzando 2.209.000 contatti (+136.000). Tuttavia, i poderosi investimenti in frequenze e per l’esposizione mediatica, lasciavano certamente sperare in risultati più lusinghieri. Il network della famiglia Niespolo arretra da 2.253.000 a 2.173.000 (l’emittente ha ridotto gli investimenti in frequenze rispetto a qualche anno fa e soffre di gravi problemi di sintonizzazione al Nord) seguito da una brillante Radio3 a quota 2.155.000 (+181.000) e dell’emittente del Sole 24 Ore che conferma l’allontanamento estivo degli ascoltatori dalle talk-radio, passando da 2.139.000 a 2.049.000. Sotto i due milioni, un altro shock, questa volta in casa Finelco: la “terza” rete Virgin supera RMC posizionando le due emittenti rispettivamente a 1.806.000 (+79.000) ed a 1.804.000 (-106.000), generando una competizione interna per qualche verso imbarazzante. Certamente, comunque, i dati consecutivi di Audiradio suggeriscono per il progetto RMC nel suo complesso una riflessione. Bene per Radio Maria (1.750.000, +98.000), mentre la lieve di crescita di Capital (1.588.000, +21.000) non compensa a sufficienza l’avanzata ed il conseguente avvicinamento della terza rete Elemedia m2o, ora a quota 1.564.000 (+86.000). Lieve trend positivo per Isoradio, che durante l’estate incrementa abitualmente la propria fruizione. L’incremento non è eclatante: da 1.175.000 a 1.207.000. Probabile una migliore performance nel mese di agosto che tuttavia non viene elaborato da Audiradio. Ma la gestione disastrosa della rete di diffusione giustifica le deludenti performance complessive. Chiudiamo come sempre con Radio Radicale che migliora il dato da 508.000 a 532.000, restando comunque su livello poco significativi per una rete nazionale. I cambiamenti in atto nella classifica degli ascolti comporteranno di certo variazioni di palinsesto e nuovi investimenti in frequenze FM (altro che digitale!) che movimenteranno anche l’annata 2008/2009. Il quinto bimestre sta per entrare in atto (si comincia sabato 6 settembre per proseguire fino a venerdì 24 ottobre) e segnerà un passo importante per capire se i dati poc’anzi citati segnano una tendenza ben precisa, o evidenziano mutamenti isolati e trascurabili, tipici della stagione estiva.

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