Non per essere autocelebrativi, ma ve l’avevamo preannunciato. Cioè, che quella che burocraticamente e pomposamente viene definita “Procedura competitiva per l’assegnazione/aggiudicazione delle
frequenze di radiodiffusione televisiva” è la solita esaltazione del nulla. Pura demagogia, tanto rumore per nulla e nuovi concreti problemi alla porta per gli editori televisivi locali che occupano (legittimamente) molte di quelle frequenze che per il MinCom sarebbero “libere”. Libere; già, come se, nell’etere saturo italiano, ci fosse ancora qualche spazio libero (vallate sperdute a parte). Povero Gentiloni: non solo non sarà ricordato tra i ministri alle Comunicazioni per il suo ambizioso progetto di riforma del sistema radiotelevisivo italiano che, salvo qualche miracolo, rimarrà uno dei tipici voli pindarici del politico di turno, ma il suo nome sarà probabilmente associato ad uno dei tanti pasticci italiani che si trascineranno per anni nelle aule dei tribunali italiani. Perché, molto probabilmente, così finirà. Con la solita querelle giudiziaria che coinvolgerà il MinCom che ha prospettato improbabili assegnazioni dopo aver esaminato sommariamente un etere che (dopo 17 anni dalla prima legge di sistema e dal censimento dettato dalla stessa) ancora dimostra di non conoscere per nulla, i vincitori della gara di assegnazione (che pregustano il pasto per nulla, viste le poche calorie e la scarsa qualità delle pietanze sul piatto servito) e gli spossessandi dell’unico bene su cui si fonda la propria azienda, ovvero quelle emittenti locali di cui molti canali rientrano nell’elenco. Non ci credete? Bene, date un occhio all’elenco degli allegati A e B (canali disponibili), confrontatelo con la situazione fattuale attraverso il datebase del sito OTG Tv e traete voi le conclusioni. Povero Gentiloni, non vorremmo proprio essere nei suoi panni…