L’uso delle nuove tecnologie nelle famiglie italiane infatti e’ passata dal 35,6% al 38,8% in un solo anno, sebbene nel 2007 il 60% dei cittadini con piu’ di 3 anni abbia dichiarato che non utilizzare ‘mai’ internet.
Le famiglie italiane si collocano cosi’ al di sotto della media europea (54%) per il possesso di un accesso alla rete da casa. I dati sull’accesso alle nuove tecnologie dei ragazzi italiani emergono dalla ricerca realizzata dal centro studi dell’Associazione italiana editori e presentata a Roma, nel corso della prima giornata di lavori degli Stati generali dell’editoria 2008, dedicati a ‘Piu’ cultura, piu’ lettura, piu’ paese. Scommettere sui giovani’.
Nonostante i nostri ragazzi leggano molto meno dei loro coetanei europei e siano i maggiori utilizzatori delle nuove tecnologie in Italia, non pensano che l’uso di internet escluda la ‘tecnologia’ libro nei processi di apprendimento.
A questo proposito, il 67,8% dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni e il 64,1% dei genitori si dichiara infatti ‘poco o per niente d’accordo’ rispetto all’affermazione che ‘il libro di testo puo’ essere sostituito da internet’.
All’importanza attribuita dai ragazzi e dalle loro famiglie alle biblioteche scolastiche (assenti in Italia) e ai laboratori, 57,7% considera molto o moltissimo importante avere una migliore o maggiore dotazione informatica e il 54,8% avere una biblioteca scolastica, fa da contraltare il taglio complessivo del 15,5% delle risorse messe a disposizione delle biblioteche per l’acquisto dei libri (da 59,4 milioni nel 2000 a 50,2 milioni di euro nel 2007). Tutto questo porta a una frequentazione pari al 13,6% da parte degli studenti e del 2% da parte dei docenti delle poche biblioteche scolastiche mentre il 61% dei ragazzi non si reca mai o va di tanto in tanto nei laboratori della scuola. Dati che, conclude lo studio, si ripercuotono direttamente sulla preparazione e sulle competenze degli studenti italiani: il punteggio medio nella scala delle competenze scientifiche colloca infatti la scuola italiana (con 475 punti) sotto la media dei paesi Ocse (500) e in coda a paesi come la Finlandia (527), la Germania (516), la Francia (495) e la Spagna (488).