IAA, International Advertising Association Italy Chapter, ha presentato oggi i dati sullo “Scenario Internazionale della Pubblicità” elaborati da Nielsen e illustrati da Paolo Duranti, Managing Director Nielsen Southern Europe.
Introducendo l’incontro il prof. Edoardo Teodoro Brioschi, Presidente dell’IAA Italy Chapter e docente di Economia e Tecnica della Comunicazione Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha ricordato: “Lo “scenario internazionale della pubblicità”, giunto quest’anno alla sua 11° edizione rappresenta uno degli appuntamenti principali promossi dal Capitolo italiano dell’IAA ed è sempre seguito con particolare attenzione dal mondo professionale.” Lo studio relativo all’anno 2009 fornisce un quadro di riferimento del mercato pubblicitario internazionale attraverso la disamina degli indicatori quantitativi unitamente alla collezione di informazioni relative alle principali evoluzioni e tendenze del mondo dei media. Seguono i principali trend. La recessione mondiale parallelamente all’economia ha messo in ginocchio anche la fiducia dei consumatori, che ha raggiunto il livello più basso negli ultimi anni (70%). Comune in tutto il mondo si manifesta la preoccupazione per lo stato dell’economia, tanto che il 77% delle persone – addirittura il 98% in Gran Bretagna e il 95% negli Stati Uniti – pensa che la recessione imperversi nel proprio paese. Il mercato della pubblicità in conseguenza alla crisi soffre registrando un generale rallentamento negli investimenti a livello internazionale esclusa l’Asia. In Europa nell’ultimo trimestre 2008 la Spagna è stata la peggiore riportando il -14%, seguita da Gran Bretagna con -5% e Italia con -2,9%. In positivo, invece, Svezia con 3,1% e Svizzera con 2,5%. Nel continente asiatico, i mercati emergenti crescono a dispetto della crisi, anche se in misura minore rispetto al 2008 (dati dell’ultimo trimestre 2008). L’India registra il dato migliore con il +25%, seguito da Cina +17% e Malesia +12%. La Cina in particolar modo vede il boom degli investimenti pubblicitari nella TV con +85%, e una crescita del +13% per i quotidiani e +2% per i periodici. Fortissimi e sempre in crescita risultano il settore Beverage (+30%) insieme ad Alimentari (+20%). La situazione più delicata si registra negli Stati Uniti con un -2,7%, calano in generale tutti media, ma in particolare magazine (-7,5%) e quotidiani (-9,5%) registrano le performance peggiori. L’unico mezzo che riporta dati in costante crescita è la tv via cavo (PVR) con una penetrazione attuale del 30,6% a fronte anche di un incremento del numero dei canali che hanno raggiunto quota 1992 nel 2008 e di un aumento del tempo trascorso davanti alla tv con una media di 56 ore alla settimana. Oltre al totale degli investimenti è scesa mutato il modo di fare comunicazione le poche risorse infatti si concentrano su un numero minore di mezzi. Paolo Duranti, Managing Director Nielsen Media Research Southern Europe, a riguardo ha commentato: “In un tale contesto, molteplici sono gli impatti sul mondo della comunicazione di impresa e sulla modalità di fruizione dei media. Le Aziende tendono ad ancorarsi ai mezzi storici con i quali hanno più familiarità, ma al contempo l’on line e le nuove forme di media più legati alla tecnologia proseguono il loro inarrestabile sviluppo. Ad oggi i media classici rappresentano ancora circa il 90% degli investimenti e questo rende particolarmente impegnativo per le Aziende il bilanciare i propri investimenti tra “nuovo” e “tradizione”. Anche da parte dell’utente i cambiamenti sono importanti: le abitudini di consumo, gli stili di vita, le numerose innovazioni tecnologiche offrono variegate opportunità di fruizione dei media sia in casa che fuori. E lo sforzo dei media è appunto quello di riuscire ad agganciare l’utente e a seguirlo in tutti i suoi momenti della giornata”. Paolo Duranti, poi, prosegue: “Se la pubblicità su carta stampata soffre maggiormente, non solo per la contingenza economica ma anche per il suo complesso processo di riconversione (-27% quotidiani e – 30% periodici), la televisione presenta un calo minore (- 16% gen-aprile 2009vs2008) e vive un periodo di fermento e innovazione guidato dalla moltiplicazione delle forme con le quali può essere fruita dall’utente: in casa, fuori, sul pc, sul cellulare… il multitasking è ormai un fenomeno che si diffonde rapidamente e non solo sui giovanissimi, e spiega così come sia possibile che negli US si sia già misurato un aumento del tempo dedicato a guardare la TV sia in casa sia online fino alla visione di video sul cellulare. Contenuti, velocità e facilità di fruizione sono i nuovi paradigmi dell’offerta dei Media nei prossimi anni.” Uno dei trend globali più significativi è l’utilizzo sempre maggiore di internet come strumento di social networking. Il fenomeno delle community rappresenta ormai un fenomeno planetario attestandosi su un numero di 262 milioni di utenti globali. Di particolare rilievo il dato US che da solo racchiude 122,5 milioni di persone (seguito da Gran Bretagna con 26,2 milioni, Germania con 25,1 milioni e Brasile con 20,6 milioni). L’Italia, che registra 23,5 milioni di utenti web, vede una concentrazione di 2/3 dei suoi internauti nella fascia d’età compresa fra i 18 e i 49 anni. Internet continua la sua corsa verso un posizionamento sempre più rilevante nella strategia di comunicazione delle imprese. In particolare, l’Italia registra un incremento del +7%, l’unico mezzo nel Belpaese con dati in positivo. Paolo Duranti ha concluso: “È fondamentale per gli operatori misurare tutto, pena il rischio di cadere in insidiosi luoghi comuni e incorrere in problematici equivoci. Se oggi possiamo misurare che meno del 40% degli utilizzatori del Personal Video Recorder (il videoregistratore digitale che permette il salto dei break pubblicitari), quando alle origini si temeva che lo stesso avrebbe distrutto il mercato pubblicitario televisivo, questo ci deve indurre a misurare e raccogliere informazioni in modo continuativo per poter bene comprendere tutti i fenomeni complessi e in continuo mutamento."
Introducendo l’incontro il prof. Edoardo Teodoro Brioschi, Presidente dell’IAA Italy Chapter e docente di Economia e Tecnica della Comunicazione Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha ricordato: “Lo “scenario internazionale della pubblicità”, giunto quest’anno alla sua 11° edizione rappresenta uno degli appuntamenti principali promossi dal Capitolo italiano dell’IAA ed è sempre seguito con particolare attenzione dal mondo professionale.” Lo studio relativo all’anno 2009 fornisce un quadro di riferimento del mercato pubblicitario internazionale attraverso la disamina degli indicatori quantitativi unitamente alla collezione di informazioni relative alle principali evoluzioni e tendenze del mondo dei media. Seguono i principali trend. La recessione mondiale parallelamente all’economia ha messo in ginocchio anche la fiducia dei consumatori, che ha raggiunto il livello più basso negli ultimi anni (70%). Comune in tutto il mondo si manifesta la preoccupazione per lo stato dell’economia, tanto che il 77% delle persone – addirittura il 98% in Gran Bretagna e il 95% negli Stati Uniti – pensa che la recessione imperversi nel proprio paese. Il mercato della pubblicità in conseguenza alla crisi soffre registrando un generale rallentamento negli investimenti a livello internazionale esclusa l’Asia. In Europa nell’ultimo trimestre 2008 la Spagna è stata la peggiore riportando il -14%, seguita da Gran Bretagna con -5% e Italia con -2,9%. In positivo, invece, Svezia con 3,1% e Svizzera con 2,5%. Nel continente asiatico, i mercati emergenti crescono a dispetto della crisi, anche se in misura minore rispetto al 2008 (dati dell’ultimo trimestre 2008). L’India registra il dato migliore con il +25%, seguito da Cina +17% e Malesia +12%. La Cina in particolar modo vede il boom degli investimenti pubblicitari nella TV con +85%, e una crescita del +13% per i quotidiani e +2% per i periodici. Fortissimi e sempre in crescita risultano il settore Beverage (+30%) insieme ad Alimentari (+20%). La situazione più delicata si registra negli Stati Uniti con un -2,7%, calano in generale tutti media, ma in particolare magazine (-7,5%) e quotidiani (-9,5%) registrano le performance peggiori. L’unico mezzo che riporta dati in costante crescita è la tv via cavo (PVR) con una penetrazione attuale del 30,6% a fronte anche di un incremento del numero dei canali che hanno raggiunto quota 1992 nel 2008 e di un aumento del tempo trascorso davanti alla tv con una media di 56 ore alla settimana. Oltre al totale degli investimenti è scesa mutato il modo di fare comunicazione le poche risorse infatti si concentrano su un numero minore di mezzi. Paolo Duranti, Managing Director Nielsen Media Research Southern Europe, a riguardo ha commentato: “In un tale contesto, molteplici sono gli impatti sul mondo della comunicazione di impresa e sulla modalità di fruizione dei media. Le Aziende tendono ad ancorarsi ai mezzi storici con i quali hanno più familiarità, ma al contempo l’on line e le nuove forme di media più legati alla tecnologia proseguono il loro inarrestabile sviluppo. Ad oggi i media classici rappresentano ancora circa il 90% degli investimenti e questo rende particolarmente impegnativo per le Aziende il bilanciare i propri investimenti tra “nuovo” e “tradizione”. Anche da parte dell’utente i cambiamenti sono importanti: le abitudini di consumo, gli stili di vita, le numerose innovazioni tecnologiche offrono variegate opportunità di fruizione dei media sia in casa che fuori. E lo sforzo dei media è appunto quello di riuscire ad agganciare l’utente e a seguirlo in tutti i suoi momenti della giornata”. Paolo Duranti, poi, prosegue: “Se la pubblicità su carta stampata soffre maggiormente, non solo per la contingenza economica ma anche per il suo complesso processo di riconversione (-27% quotidiani e – 30% periodici), la televisione presenta un calo minore (- 16% gen-aprile 2009vs2008) e vive un periodo di fermento e innovazione guidato dalla moltiplicazione delle forme con le quali può essere fruita dall’utente: in casa, fuori, sul pc, sul cellulare… il multitasking è ormai un fenomeno che si diffonde rapidamente e non solo sui giovanissimi, e spiega così come sia possibile che negli US si sia già misurato un aumento del tempo dedicato a guardare la TV sia in casa sia online fino alla visione di video sul cellulare. Contenuti, velocità e facilità di fruizione sono i nuovi paradigmi dell’offerta dei Media nei prossimi anni.” Uno dei trend globali più significativi è l’utilizzo sempre maggiore di internet come strumento di social networking. Il fenomeno delle community rappresenta ormai un fenomeno planetario attestandosi su un numero di 262 milioni di utenti globali. Di particolare rilievo il dato US che da solo racchiude 122,5 milioni di persone (seguito da Gran Bretagna con 26,2 milioni, Germania con 25,1 milioni e Brasile con 20,6 milioni). L’Italia, che registra 23,5 milioni di utenti web, vede una concentrazione di 2/3 dei suoi internauti nella fascia d’età compresa fra i 18 e i 49 anni. Internet continua la sua corsa verso un posizionamento sempre più rilevante nella strategia di comunicazione delle imprese. In particolare, l’Italia registra un incremento del +7%, l’unico mezzo nel Belpaese con dati in positivo. Paolo Duranti ha concluso: “È fondamentale per gli operatori misurare tutto, pena il rischio di cadere in insidiosi luoghi comuni e incorrere in problematici equivoci. Se oggi possiamo misurare che meno del 40% degli utilizzatori del Personal Video Recorder (il videoregistratore digitale che permette il salto dei break pubblicitari), quando alle origini si temeva che lo stesso avrebbe distrutto il mercato pubblicitario televisivo, questo ci deve indurre a misurare e raccogliere informazioni in modo continuativo per poter bene comprendere tutti i fenomeni complessi e in continuo mutamento."