IA. Ecco la voce italiana. Antonella Fava: con Patrizia sono parte di un romanzo di formazione. Commette errori ed impara da essi, come noi

Antonella Fava, IA

Antonella Fava (la speaker-attrice che sta formando la prima voce sintetica italiana applicata al mondo radiofonico): quando e se alla fine la IA riuscirà effettivamente a parlare come me, con il mio timbro, le mie pause, le mie inflessioni, il mio modo di esprimere delusione, felicità, sorpresa e così via, allora non so bene che effetto mi farà!
Sono parte di un Bildungsroman
, come se la storia dell’adolescenza di Patrizia (la sintesi vocale dell’intelligenza artificiale, ndr) corrispondesse all’adolescenza della IA e fosse il suo romanzo di formazione. Sarà interessante assistere a quello che farà, a volte le andrà bene, a volte male. Patrizia come tutti imparerà dai suoi errori.
La mia recitazione è naturale, pur avendo lavorato molto sull’ascolto.
Un giorno ci chiederemo: come facevamo prima, quando non c’era?

La voce di Patrizia

Torniamo sul tema dell’Intelligenza Artificiale applicata al sistema radiofonico italiano. Parliamo oggi con Antonella Fava, la speaker-attrice che sta registrando i testi creati da REM AI, l’intelligenza artificiale di Peperoni, la piattaforma di 22HBG che sta seguendo l’esperimento, primo al mondo in termini di esecuzione.

Modello per sintesi

Antonella Fava ha prestato la sua voce per realizzare il serbatoio di interventi (scritti dalla stessa IA) che, a regime, formeranno la voce sintetica modellata sulla sua tonalità ed espressività. In pratica, la IA crea i testi, l’umano li legge, la IA impara dall’umano arrivando a chiudere il cerchio.

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Antonella Fava, speaker ed attrice

Che effetto fa…

(Newslinet) – La tua è la prima voce italiana in corso di sintesi a fini radiofonici. Che effetto fa?
(Antonella Fava) – Un bell’effetto, come sempre quando si fa una cosa per la prima volta! C’è emozione e curiosità, si aspetta con ansia di vedere cosa succederà dopo. Quando e se, alla fine, la IA riuscirà effettivamente a parlare come me, con il mio timbro, le mie pause, le mie inflessioni, il mio modo di esprimere delusione, felicità, sorpresa e così via, allora non so bene che effetto mi farà!

… lo dirò poi

Sentire una voce che suona come la mia e sapere che non sono stata io ad articolarla… ecco, per quello mi riservo di rispondere di nuovo, dopo che sarà successo, a questa domanda!

La sitcom

(NL) – Sei parte di una sitcom ambientata negli anni ’80 (il Diario di Patrizia, opera depositata alla SIAE) interamente scritta dalla IA che ha creato il personaggio di un’adolescente, Patrizia, alle prese con tutte le emozioni contrastanti dei 15 anni. Nel momento in cui scriviamo hai già realizzato un centinaio di speech… Ti stai immedesimando nel personaggio?
(Antonella Fava) – Più che di immedesimarmi, la sitcom mi permette di rivivere alcuni dei sentimenti, dei desideri e dei turbamenti di quell’età, tuffandomi direttamente nel mio passato. Il fatto che essi siano contestualizzati proprio negli anni in cui io stessa ero un’adolescente non è infatti per me un elemento neutro.

Io e Patrizia

Ritrovare nelle storie di Patrizia gli oggetti, gli abiti, le abitudini, il linguaggio, i riferimenti musicali degli anni 80 mi fa rivivere un po’ l’Antonella di allora. È una bella sensazione immaginare che faccia lo stesso effetto agli ascoltatori e soprattutto alle ascoltatrici di 70-80.it!

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L’umano si immedesima nell’IA

(NL) – Quanto c’è della IA e quanto di tuo nell’interpretazione che offri?
(Antonella Fava) – L’interpretazione dei testi è tutta farina del mio sacco. Quella dell’IA arriverà in seguito e penso che sarà una sorpresa sentire quale sarà il pathos che darà lei alle parole di Patrizia! E magari confrontarlo con quello che avrei dato io loro… chissà se sarà davvero così simile.

Non è difficile…

(NL) – Lo storyboard della IA si arricchisce costantemente di personaggi e vicende di cui l’intelligenza artificiale tiene conto nel prosieguo. E’ difficile interpretarne i testi?
(Antonella Fava) – Non è difficile. I testi sono tutti discorsi che Patrizia rivolge a se stessa, riflessioni sulle cose che le succedono quotidianamente e che potremmo immaginare scritte sulle pagine del suo diario. Una volta entrata nel personaggio, non è dunque troppo difficile immaginare come Patrizia reagirebbe con la sorella rompiscatole o con la zia complice…

L’universo che cresce grazie alla IA

Oppure con gli amici, di fronte alla delusione per il ragazzo che l’ha lasciata, alla soddisfazione per una festa ben riuscita o all’ansia per il compito in classe. Il suo universo si ingrandisce mano a mano attorno a lei, ma lei ne resta il centro.
È affascinante vederla crescere come personaggio attraverso le sue parole.

Patrizia sta crescendo…

(NL) – Ad un certo punto, non sappiamo ancora quando, visto che la stima dei 500 interventi minimi per indottrinare compiutamente la IA a parlare come te è un’ipotesi (troppo nuova la tecnologia), “l’altra” Antonella, o meglio Patrizia, assumerà vita propria. Sarà come accompagnare una ragazza all’età adulta, all’indipendenza, con apprensione e tenerezza o ti provoca inquietudine?
(Antonella Fava) – Bella questa immagine! Fa assomigliare ancora di più l’esperimento a un Bildungsroman! Un po’ come se la storia dell’adolescenza di Patrizia corrispondesse all’adolescenza della IA e fosse il suo romanzo di formazione.

Sarà interessante assistere a quello che farà, a volte le andrà bene, a volte male. Patrizia come tutti imparerà dai suoi errori

Ma direi che non mi provoca nessuna delle due cose, né tenerezza né inquietudine. Mi sento piuttosto un po’ la sua insegnante e come tale il mio compito è quello di darle tutti gli strumenti necessari perché poi possa costruire da sola il suo cammino, rispondendo in modo autonomo agli eventi favorevoli o avversi che le si presenteranno. Sarà interessante assistere a quello che farà, a volte le andrà bene, a volte male. Patrizia come tutti imparerà dai suoi errori. L’augurio è che anche l’IA ne sia in grado e che soprattutto non ne faccia di troppo gravi!

La mia recitazione è naturale nel senso che non ho fatto studi specifici, pur avendo lavorato molto sull’ascolto

(NL) –  Sei stata selezionata non solo perché hai una bella voce, ma in quanto sai recitare. E tutti gli esperti ritengono che nessuno meglio di un’attrice possa insegnare alla IA toni ed inflessioni. Hai coltivato questa dote o è – per contrapporla al termine artificiale – naturale?
(Antonella Fava) – Mi è sempre piaciuto il suono della voce umana; trovo che sia uno dei canali più intensi per veicolare se stessi. Ho fatto studi di linguistica e la parola mi ha sempre affascinato: la sua storia, il significato e anche il suo suono.

Sfumature

E quando ti piace ascoltare affini una capacità di distinguere le sfumature della voce che è alla base della loro riproduzione. Penso che sia il mio caso. La mia recitazione è naturale nel senso che non ho fatto studi specifici, pur avendo lavorato molto sull’ascolto. Uso poi la mia voce in molte occasioni lavorative, mi piace in quei casi curare il tono e creare un’atmosfera specifica attraverso di essa.

ChatGPT: percorso intermedio

(NL) – Tu usi ChatGPT e similari?
(Antonella Fava) – Per le mie ricerche personali lo uso ogni tanto, anche se non ho ancora trovato una sua funzione che me lo renda indispensabile. Credo però che si tratti di un bias che verrà presto superato, sono convinta infatti che la mia impressione di non averne ancora molto bisogno sia condizionata da abitudini radicate, che, come sempre all’inizio, è difficile superare.

Da Radio Nizza alla IA

Professionalmente invece ho iniziato a utilizzarlo per un progetto per Radio Nizza, un sito di podcast e informazione dedicato agli italiani in Costa Azzurra. La ricerca e la creazione di contenuti con questi tool danno già risultati molto interessanti.

Come facevamo prima, quando non c’era?

Sono certa che, come è successo per tutte le più recenti innovazioni – e forse in questo caso ancora di più – a un certo punto questo nuovo strumento di ricerca e lavoro diventerà la norma, facendoci chiedere, “ma come facevamo prima, quando non c’era?”. (E.G. per NL)

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