Wi-Max, acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access, è una tecnologia che consente l’accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili, con una velocità di trasmissione dati condivisi fino a 70 Mb/s nelle aree metropolitane, a fronte della velocità di 1 Mb/s, ottenuta da una normalissima connessione casalinga in ADSL. La liberalizzazione della banda di frequenza intorno ai 3,5 GHz ed il decreto Landolfi del 2005 sulla liberalizzazione delle frequenze (intorno ai 2,5 e i 5 GHz) favoriranno, presto, l’introduzione di tale, innovativa, tecnologia nel nostro Paese. Il bando di gara è previsto per il prossimo luglio, e già Telecom ha chiesto informazioni agli operatori a riguardo. Nonostante l’alt dell’UE: niente operatori telefonici per la gestione del Wi-Max. Il Wi-Max, si diceva, è una tecnologia wireless potentissima, con una serie di peculiarità che la rendono assolutamente un gradino al di sopra delle altre. Innanzi tutto, i parametri di gestione e manutenzione degli impianti necessari alla trasmissione sono, in massima parte, immateriali e quindi più facili da gestire da uno solo o pochissimi centri controllo, con relativa minore necessità di personale specializzato. La copertura del territorio, poi, è un aspetto fondamentale: la flessibilità della tecnologia consente di coprire solo dove è necessario, senza la necessità della contiguità spaziale e, soprattutto, grazie all’economicità dell’infrastruttura wireless, la banda larga potrebbe andare a coprire zone prima di oggi completamente dimenticate dagli operatori (zone d’alta montagna, aree sub urbane, rurali, a bassa densità abitativa) a causa del loro scarso appeal sul piano del business. Ultimo, ma non certo trascurabile, aspetto positivo del Wi-Max, la propria peculiare possibilità di sovrapporsi alla rete proprietaria già presente in massima parte dei centri urbani: laddove esiste già un operatore Incumbent che possiede la rete, l’infrastruttura immateriale del Wi-Max consente di aggirare senza remore tale ostacolo e, conseguentemente, di non dover affrontare ulteriori oneri economici per affittare o pre-co-utilizzare la rete via cavo. Quindi, perfetta sintonia e sinergia con le tecnologie già esistenti, con un solo punto a sfavore: data la sua indubbia superiorità tecnologica, si potrebbe scatenare una guerra “di interessi” da parte dei detentori delle attuali tecnologie di trasmissione, terrorizzati dalla potenza del Wi-Max. Speriamo di no, ad esserne penalizzato sarebbe solo l’avanzamento e l’erosione del digital divide nel nostro Paese. (Giuseppe Colucci per NL)