Una volta si scendeva in piazza: con la voce, il corpo e la grinta si urlavano i pensieri. Ora il luogo di comunicazione e sfogo è la rete, che snobba i manifesti elettorali e gli spot pubblicitari.
Ebbene si: è il web che racconta, smuove e stimola l’utente ad essere attivo con il sì, con il no o con l’astensione, ma pur sempre fiero di mostrare al mondo virtuale la sua posizione da elettore, e quindi da cittadino italiano. I social network, soprattutto Facebook, hanno avuto un ruolo chiave sia nelle ultime elezioni Amministrative milanesi che quelle per il raggiungimento del quorum: hanno mobilitato gli elettori, infondendo un senso di responsabilità sociale e di protagonismo all’interno del paese. Il web è diventato un vero spazio di democrazia, nel quale si concentrano energie positive che sollecitano le idee del cittadino, sempre più palesate senza timore e volte ad un passaparola che inevitabilmente ha creato pubblicità (gratuita). Il consenso e i voti, quindi, non si ottengono più con la televisione: il potenziale elettore ha sete di informazione, condivisione e interazione. È proprio la possibilità di poter scendere in piazza virtualmente sbandierando le proprie convinzioni al fine di renderle comuni a tutti, che crea una vera e propria massa critica. La realtà raccontata attraverso Facebook per esempio, è una verità più credibile agli occhi dell’individuo, soprattutto se giovane, che fatica a fidarsi delle informazioni della tv o delle radio: si affida al complice scambio del web, dove gli utenti hanno un personale interesse a che l’informazione sia sincera, schietta e veloce. Di conseguenza le abitudini cambiano e la lotta di pensiero si accende, e alloggia nella rete, dove mille voci ogni giorno insegnano, ironizzano e chiedono: la malizia del social network è stata utile a creare attivismo negli elettori, anche giovani, inesperti o timidi. È proprio qui la rivoluzione: un tam tam senza confini, che si estende anche agli sconosciuti per un fine preciso, che coincide con la propria attitudine politica, morale, personale e con l’interesse del paese. La rete ci conquista perché ci ascolta, ci regala uno spazio per colorare le idee, osare e denunciare. Facebook, così come Twitter e i blogger, hanno captato silenziosamente la fame di cambiamento, e hanno permesso lo sfogo di tale sentimento, donandogli la dignità che merita: il confronto virtuale è il nuovo monito alla partecipazione sociale, affinché il pensiero sia collettivo proprio come il fine ultimo. Forse la comunità civile, sfumata apparentemente dal età moderna, ha trovato una sua nuova dimensione: la rete, dove le parole non pesano, e per questo volano più facilmente. (C.S. per NL)