Giovedì 8 ottobre a Roma si è tenuto un convegno sullo stato delle tv locali promosso da Millecanali in occasione del quarantennale (di entrambi: tv e rivista).
Un’occasione notevole per fare il punto della situazione del comparto. Ma un’opportunità andata in gran parte perduta, posto che, nonostante i lodevoli sforzi dell’organizzazione, la platea era veramente ridotta, quantomeno relativamente agli editori locali, che avrebbero dovuto essere i maggiori interessati. E’ vero che gli interventi dei politici di turno sono stati di un tedio e di una mediocrità senza limiti (ma questo era scontato), un po’ per la totale incompetenza tecnica (“c’è il problema delle frequenze”: capirai, c’è da 40 anni…), giuridica (“occorre una legge quadro”: perché il D. Lgs. 177/2005 cos’è?) e prospettica (siamo ancora al “le tv locali sono un baluardo del pluralismo”…), un po’ perché su loro non confida più nessuno; ma almeno l’assemblea poteva essere l’occasione per incrociare i colleghi e fare un po’ di associazionismo passeggero e istintivo, visto che quello formale e sindacale è ormai pressoché estinto. Così non è stato e quindi il commento più frequente fra i giornalisti presenti – quelli sì, molti – è stato: ma gli editori locali credono ancora a loro stessi? O sono stati folgorati sulla via della rottamazione?