I Giornali Radio nazionali servono alle radio locali? I syndicator di news offrono qualità?

Claudio Astorri affronta un interessante e cronicamente spinoso tema editoriale


da www.astorri.it

Da qualche mese e dopo anni di specializzazione sulla sola radiofonia nazionale mi occupo anche di consulenze per la radiofonia locale. Al mio cliente nazionale in esclusiva, MONRADIO con R 101, si sono aggiunti alcuni clienti locali come BABBOLEO, STUDIO 5, VERONICA, ecc. Il mio è un ritorno, dopo 15 anni, al settore radiofonico locale cui avevo dedicato tutti gli anni ’80 della mia professione.

Qualcosa è cambiato in tutto questo tempo. Non è cambiata tuttavia, e la guarisco alla radice nei miei clienti, una certa sudditanza psicologica verso i grandi soggetti, verso le marche nazionali della radiofonia.

Se quella sudditanza fosse almeno vera paura, sarebbe paradossalmente meglio nel senso che si starebbe a una certa distanza di sicurezza; si tenderebbe dunque a non avvicinarsi editorialmente, a non copiare le scelte di musica, di conduzione e di informazione dei grandi soggetti. Invece e al contrario anche della logica, molte radio locali si sono infilate nella omologazione “simil network” che, alla fine, non ha pagato.

Un esempio di omologazione passiva, a mio avviso troppo spesso dannosa, è anche quella dei Giornali Radio nazionali diffusi dalle radio locali. Premesso che una radio locale ha essenzialmente e principalmente una missione di servizio sul suo territorio, si deve certamente comprendere che sulla sua area di ascolto insistono proprio le fameliche marche nazionali e in particolare anche quelle che sono sinonimo di informazione.

Quando a un ascoltatore, ovunque si trovi in Italia, scatta l’esigenza di sapere “Cosa sta succedendo?”, quali sono le marche radiofoniche sulle quali può trovare una risposta relativamente veloce e certamente credibile?

Le prime che mi vengono in mente sono: RAI RADIO 1, RAI RADIO 2, RADIO 24, RAI RADIO 3, RAI ISORADIO 103.3, RTL 102.5 (in particolare “Non Stop News”, dalle 6 alle 9, ma anche il “Giornale Orario”), RADIO CAPITAL (non a caso… Classici e Notizie, specie tra le 6 e le 9), ecc.

La radio locale deve dunque sapere che quando risponde con il suo Giornale Radio nazionale (prodotto da X, Y o da Z) al generico “Cosa sta succedendo?” in quel momento è in competizione con marche potentissime e potrebbe impiegare il suo tempo molto vanamente. Quando invece produce qualcosa che risponde a “Cosa sta succedendo in… (nella mia regione o nella mia area)?”, beh, allora la musica cambia e lo spazio cresce.

C’è una eccezione ovvia a questa riflessione: se il Giornale Radio nazionale diffuso (e pagato) da tantissime emittenti locali fosse di qualità o di taglio superiore o differente da quello delle marche nazionali, allora il marketing editoriale avrebbe fatto proprio centro portando valori di solidità sia alla immagine della radiofonia locale nel complesso che a quella della stazione che diffonde il “Super GR”.

E’ così oggi?!? E’ “Info 45” a cura di RADIO E RETI qualcosa che le radio nazionali singolarmente non potrebbero mai produrre e che rappresenta un vantaggio competitivo per la radiofonia locale?!?

Sembra, analizzando almeno la maggior parte dei GR nazionali per le radio locali che essi siano solo pretesti per i passaggi pubblicitari del prima e del dopo. Alcune domande. C’è bisogno di diffondere pessimi GR per giustificarne la pubblicità? Non basta la presenza di mercato spesso trentennale e con ottimi ascolti rilevati da AUDIRADIO di marche radiofoniche a carattere locale per giustificare ampiamente la domanda di spazi?

Chi riparte a offrire alle radio locali la QUALITA’ nei GIORNALI RADIO nazionali? Per quanto a lungo si potranno trattenere le radio locali nel business del NEWS SYNDICATOR rifilando solo vantaggi surrettizi di tipo finanziario o economico? Siamo certi che l’economia degli ascolti e della qualità delle loro MARCHE non interesserà mai alle proprietà delle radio locali?

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