Si è verificato, nel mondo, un cambiamento storico, che farebbe rizzare i capelli al buon vecchio Gutemberg. Uno studio del Project for Excellence in Journalism (“The State of News Media 2007”), infatti, ha sentenziato il declino sempre più inesorabile dei giornali cartacei, in favore di quelli telematici: ad oggi, nel mondo, gli utenti unici delle testate online sarebbero in numero maggiore rispetto a quelli delle testate cartacee. Addio vecchi media, allora, e benvenuti nell’era del giornale digitale.
Questo dato, però, deve far riflettere non poco gli editori circa le proprie future strategie. Se è vero, di fatti, che un giornale può sempre essere rimpiazzato dalla propria versione online, è pur vero che questa frutta all’editore, in termini economici, molto meno della prima. E’ stato calcolato che il sito di un giornale, per rimpiazzare la perdita di un lettore “cartaceo”, debba esser letto da circa 20-30 lettori “online”, per pareggiare i ricavi pubblicitari da quello derivanti. E la diffusione della rete verso ampie fasce di popolazione, in virtù anche di una diminuzione dei prezzi, può davvero garantire questo rapporto? Per il momento pare piuttosto complicato, anche se un’indagine del Joan Shorenstein Center on the Press, svoltasi nel periodo aprile 2006-aprile 2007, ha analizzato i risultati di 160 siti di news, giungendo alla conclusione che i siti di quotidiani ed emittenti nazionali, specie quelli più blasonati, viaggiano a ritmi molto elevati, lasciando intravedere la possibilità di superare i propri fratelli maggiori. Faticano, invece, le versioni telematiche dei quotidiani locali, la cui informazione passa ancora in massima parte dalle edicole e dai tavoli dei bar. Le motivazioni sono molteplici, a partire da una spiegazione ovvia: il numero di informazioni veicolate da un medium locale, oltre alla loro specificità, elimina l’esigenza del lettore di riceverle in tempo reale, lasciano campo libero alle pubblicazioni cartacee che continuano ad avere la meglio sulle notizie cittadine o provinciali. L’informazione globalizzata, altresì, che un medium nazionale (spesso con una vasta componente internazionale) è tenuto a dare, trova nell’immediatezza e nella “freschezza” la sua dimensione ideale.
Oltre a questa ragione pratica, comunque, vi sono quelle che lo studio ha sottolineato in particolar modo: l’attrattività in rete dei brand delle grandi testate e la loro possibilità, ben più vasta, di sfruttare il mezzo cartaceo per attirare lettori sul web.
Se il futuro dell’informazione, come appare oramai fuor di dubbio, passa dal web, la soluzione migliore, ad oggi, per non veder morire le testate locali sarebbe quella di essere inglobate in quelle nazionali, diventandone una sorta di succursale, magari anche con una sezione dedicata, all’interno del sito web. (Giuseppe Colucci per NL)